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CINZIA ALITTO: Docente di dizione e tecnica interpretativa al Musical in Progress



Quanto è importante la formazione per un un performer? Da qualche settimana ci stiamo occupando del M.I.P. Musical in Progress del CAFT Centro Alta Formazione Teatro di Roma che è giunto al suo quarto anno di attività. 

Un master di perfezionamento per performer fondato e diretto per 3 anni da Chiara Noschese, che per il nuovo Anno Accademico 2017/2018 vedrà la direzione artistica di Vittorio Matteucci. 

Bando di ammissione del M.I.P. Musical in Progress a questo link https://goo.gl/MaUqJC

Dopo averne parlato con Emiliano RayaMarco Manca e Adriano Evangelisti, oggi lasciamo la parola a Cinzia Alitto, docente di dizione e tecnica interpretativa.



Come definiresti la tua carriera artistica in una frase?

Un percorso di travolgente passione, non certo privo di difficoltà, che, negli anni, con determinazione e la giusta dose di umiltà, mi ha donato belle soddisfazioni e riconoscimenti.

Cosa ti ha portato a dedicarti all'insegnamento? 


Dopo il Diploma presso la Scuola del Teatro Stabile di Torino (e una Laurea in Giurisprudenza) mi sono dedicata alla recitazione, prevalentemente teatrale, con diversi registi, cimentandomi in ruoli del cosiddetto "teatro classico". Giunta a Roma, determinante è stato l'incontro con i grandi Maestri Pietro ed Enzo Garinei - con cui ho collaborato per molti anni – i quali, oltre ad apprezzare le mie qualità recitative (bontà loro!), mi proposero anche di insegnare recitazione e dizione, chiedendomi, altresì, di fare da coach ad alcuni noti artisti che lavoravano al Teatro "Sistina" di Roma.

Sono incontri fortunati, che mi hanno indotto a specializzarmi sempre più e che hanno fatto emergere anche le mie qualità di docente.
Il bellissimo rapporto che si crea con i giovani allievi è per me fonte di gioia e di ispirazione per i miei percorsi didattici.
Nella mia vita artistica, così come sento "l'urgenza" di stare sul palcoscenico, di sentirne l'odore e mangiarne la polvere, così non potrei fare a meno dell'insegnamento. Attualmente collaboro con diverse Scuole, Accademie e Università e mi incuriosisce sempre il variegato mondo degli allievi. 


Immagine tratta da "Donne, terra e arte - Una vita... la vita di tanti"
scritto, diretto e interpretato da Cinzia Alitto

Al Musical in Progress sei docente di dizione e tecnica interpretativa. Spiegaci in cosa consistono le tue lezioni e come saranno articolate. 

Le mie lezioni sono prevalentemente di tipo laboratoriale, partendo dal principio che l'obiettivo è quello di far acquisire agli allievi una competenza mirata e specialistica. La teoria, quindi, che è prevista ed è, certamente, alla base delle lezioni, lascia molto spazio all'esercitazione pratica. Infatti, affronteremo molte letture, scene teatrali ed esercizi specifici con una attenzione alle esigenze del singolo, sì da personalizzare il più possibile il percorso didattico. Imparare la dizione (e la fonetica) richiede impegno costante, sul presupposto che - come quando si studia una lingua straniera - occorre esercitarsi e applicarla il più possibile. Analogamente, appunto, accade per l'acquisizione della dizione corretta, posto che, in teatro è fondamentale mantenere la naturalezza. Chi recita e, più in generale, chi interpreta, deve essere capace di veicolare emozioni e messaggi mantenendo spontaneità e dando verità e autenticità al personaggio.

E tutto ciò per me è fondamentale!

Nello specifico, dopo un approfondimento tecnico di base sugli accenti, sulla respirazione, sulla articolazione delle parole per ottenere un eloquio efficace, passo a svolgere un lavoro sulla Tecnica Interpretativa. In questa fase, che è più legata alla recitazione vera e propria, lo studio si orienta sul come "dire la battuta" partendo dal principio che l’espressività non è soggetta a regole precise, ma è legata alla sensibilità di ciascuno. Imparare a gestire i ritmi della battuta, rende l'attore consapevole dei propri strumenti espressivi donandogli fiducia e sicurezza e, al contempo, consentendogli di corrispondere alle esigenze registiche. Tutto ciò non deve indurre a pensare che la Tecnica Interpretativa impedisca la libertà espressiva dell'allievo, anzi, essa si sposa armonicamente con gli aspetti emozionali lasciando spazio alla naturalezza ed eliminando ogni finzione: in definitiva, acquisire consapevolezza dei propri mezzi espressivi e quindi acquisire maggiore sicurezza.

Ah! Un ultima considerazione: si impara molto di più e meglio quando si sorride, ebbene, devo dire, che cerco sempre di rendere le mie lezioni divertenti e piacevoli. 


Immagine tratta da "Sono Judith Kate: ebrea"
liberamente tratto da
B. Brecht - regia di Cinzia Alitto

Ho letto nella tua biografia che hai approfondito le tecniche di psicotecnica. Cosa significa?

"Tecnica della mente": applicare elementi di psicologia allo studio del personaggio che parla, agisce e pensa per il tramite dell'attore. Quando ho iniziato a recitare (ero una bimba) ho sentito immediatamente l'esigenza di cercare una strada per "diventare", per "essere" il personaggio che dovevo interpretare; era chiaro che la mia anima, la mia vita interiore e quella del personaggio dovevano diventare un tutt'uno se volevo dare verità e credibilità al mio agire in scena. Non mi piacciono gli stereotipi: ogni attore deve esaltare in palcoscenico la propria unicità e tipicità utilizzando il proprio vissuto e bagaglio di esperienze, e per fare ciò deve imparare ad abbandonarsi e conoscersi affrontando i propri limiti; deve far vivere dentro di sé il personaggio che così potrà finalmente esistere "veramente" sulla scena ed essere credibile. Mi vengono in mente le parole del personaggio di "Nina" ne "il Gabbiano" di Anton Cechov quando dice" …non sapevo cosa fare delle mani, non sapevo stare sulla scena, non controllavo la voce. Non potete capire la condizione di chi sente che sta recitando in modo orrendo..." Ecco, volevo evitare in tutti i modi di " recitare in modo orrendo" e così mi sono avvicinata agli studi di psicologia ritenendo che per recitare occorreva entrare in profonda relazione con il personaggio cercando i punti di contatto fra il suo mondo psicologico e il mio. Dovevo incrementare la conoscenza di me stessa per incrementare la mia capacità di espressione. Così ho incominciato a studiare K. Stanislavkij e il suo "Sistema"per poi passare a Strasberg, M. Chekhov, E. Barba, etc. La mia ricerca non finirà mai, ma una cosa è certa: non esiste il metodo ideale per "recitare bene" ognuno elabora il proprio e se esso ci consente di donare al pubblico emozioni e, al contempo, emozionarci, vuol dire che è quello giusto!

Alla fine dell'Anno Accademico, quali risultati ottiene un allievo del Musical in Progress?

Il MIP , dopo la preziosa Direzione artistica di Chiara Noschese che, con la sua professionalità e bravura, ha posto basi solide per un Master di elevata qualità, si arricchisce oggi, con il grande Vittorio Matteucci che sicuramente darà un valore aggiunto


Il performer del Musical deve saper recitare, cantare e ballare; si tratta di tre discipline che hanno "pari dignità" nel senso che il livello di preparazione deve essere elevato ed omogeneo per tutte e tre le discipline. Per arrivare a ciò occorre studiare, studiare e studiare! L'intento principale è di consentire agli allievi del MIP, al termine del loro percorso didattico, di partecipare ai casting più importanti con maggiore sicurezza grazie ad una eccellente preparazione. Dobbiamo portare i nostri giovani artisti a non temere più la competizione dei colleghi inglesi o americani! E' giunta l'ora che anche in Italia si abbandoni l'approssimazione ( ma fortunatamente il cambiamento è già in atto) e si lasci il campo ad Artisti veri... quelli con la "A" maiuscola.



Perchè iscriversi al M.I.P. Musical in Progress?

Chi ha già compiuto un percorso di studi e desidera perfezionarsi troverà al MIP alcuni fra i migliori professionisti del settore. Si tratta di un team d'eccezione al quale ho la gioia di appartenere, pertanto direi...: non si accettano perditempo, si cercano solo persone serie che pretendono molto e sono anche in grado di offrire molto! 

"La parola è la musica del testo ed ogni vera musica...è un'emozione"
 Cinzia Alitto

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BIOGRAFIA

Cinzia Alitto, attrice poliedrica e raffinata, è da anni considerata una delle migliori docenti di dizione e tecnica interpretativa oltre che di recitazione, attività che svolge da anni presso le più celebri Scuole per attori e performers presenti non solo a Roma, dove vive, ma in tutta Italia. Per la professionalità e capacità didattica diversi artisti famosi la richiedono come coach personale e molti dei suoi allievi e delle sue allieve sono attualmente fra i volti più noti del panorama artistico teatrale, cinematografico e televisivo.

Il grande Maestro Pietro Garinei l’ha voluta come sua collaboratrice, per lungo tempo, per la preparazione e formazione di alcuni attori di chiara fama protagonisti delle sue opere teatrali e tuttora collabora con il teatro “Sistina” di Roma.

Attualmente, insegna recitazione, dizione, fonetica e tecnica interpretativa presso il “Lim” scuola di formazione per il musical diretta da Cesare Vangeli con la collaborazione musicale di Rossana Casale, “Ribalte” diretta da Enzo Garinei, presso la “Scuola Internazionale di Teatro” diretta da S. Marcotullio e F. Bianconi e collabora con la compagnia “Progetto JDPL “ del regista Juan Diego Puerta Lopez.

Ha realizzato e tenuto laboratori e stage con Maurizio Mattioli, Enrico Brignano, Stefano D’Orazio ed ha lavorato, fra gli altri, con Anna Falchi, Barbara D’Urso, Valerio Mastandrea, Cosima Coppola, Sergio Arcuri, etc.

Tiene corsi di alta formazione di dizione, fonetica e tecniche di comunicazione presso Scuole Superiori della Pubblica Amministrazione e lavora come coach per la recitazione presso diverse produzioni teatrali anche di musical. Realizza regie e periodicamente tiene laboratori teatrali (anche di psicotecnica e improvvisazione – Metodo Stanislavskij) presso scuole di recitazione e di musical in tutta Italia.

Ha iniziato la sua formazione artistica all’età di 12 anni, a Torino, con il Maestro Iginio Bonazzi che, dopo un approfondito lavoro sulla dizione e la fonetica, la avvia allo studio della recitazione lavorando in particolar modo sul teatro classico e sulla poesia. Dopo il diploma di maturità classica i suoi studi si indirizzano su due fronti e la portano a laurearsi in Giurisprudenza e a diplomarsi attrice presso la scuola del Teatro Stabile di Torino lavorando con Ugo Gregoretti.

Il suo percorso formativo continua con corsi di doppiaggio con Marco Mori presso la Fonoroma-Film Recording di Roma, dove tiene a sua volta corsi di formazione, frequenta stages di mimo e di tecnica interpretativa nella commedia dell’Arte con Roberto Petrolini a Milano e Torino, laboratori di lettura poetica e recitazione con Oreste Lionello in Roma, stages su voce e respirazione con il noto foniatra Oskar Schindler, ulteriori laboratori su movimento e voce con Gustavo Frigerio, oltre ad alcuni studi a carattere monotematico sull’opera teatrale di importanti autori come Garcìa Lorca, Mallarmé e Pirandello. La sua passione per l’arte della recitazione la conduce ad approfondire anche le tecniche di psicotecnica e improvvisazione e frequenta stages pluriennali sul Metodo Strasberg con Susan Strasberg, stages pluriennali sul Sistema Stanislavskij con Dominique De Fazio, con Francesca De Sapio e sul teatro di Grotowski con Giorgio Locatelli. Ha approfondito anche il metodo Estill Voicecraft EVT frequentando i corsi di I° e II° livello.

Il suo impegno di attrice teatrale la vede alle prese con autori come Luigi Pirandello, Carlo Goldoni Albert Camus, Jean Girardoux, Arold Pinter, Henrik Ibsen, Stephane Mallarmé, Federico Garcìa Lorca, William Shakespeare, Jean Cocteau, Aristofane, Euripide.
Fra i più noti registi che l’anno diretta vi sono Ugo Gregoretti, Ileana Ghione, Iginio Bonazzi, Enzo Garinei, Gianni Mantesi, Bruno Gambarotta, Fernando Balestra, Franco Passatore, Carlo Di Stefano, Francesco Anzalone, Anna Bolens, Bianca Maria Mazzoleni, Stefano Dionisi, Massimiliano Milesi e Fabrizio Bolaffio.

Cura la regia di spettacoli e, in particolare, di teatro per ragazzi e periodicamente è in scena con il suo spettacolo di musica e poesia “La musica dei pensieri”.

Lavora in alcune fiction televisive come “Il bello delle donne” regia di Maurizio Ponzi, “Avvocati” regia di Giorgio Ferrara, “Mamma per caso” regia di Sergio Martino, “Dottoressa Giò” regia di Filippo Di Luigi e nel cinema con Pupi Avati e Massimo Martella.

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