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MacBeth Rock Opera - in scena a Roma



DAL 5 AL 7 LUGLIO 
ORE 21

TEATRO TOR BELLA MONACA - ROMA

MacBeth
Rock Opera

Libretto, testi e musiche FABIO CALIANDRO
Movimenti coreografici LAURA SODANO
Regia e Videoproiezioni ERMANNO MANZETTI

Personaggi e interpreti


MacBeth FABIO CALIANDRO
Maeve BRUNELLA PLATANIA
MacDuff ANDREWS CRUDO
Keelin MARIANNA DI MASO
Banquo GIOVANNI ALAIMO
Duncan EMILIANO LAGLIA
Malcolm ANDREA STOCCHINO
Donaldbain GABRIELE GIORGI
Porter ERMANNO MANZETTI
Ross MIRKO BASILE
Witch 1 ALESSANDRA ANNIBALI
Witch 2 GIULIA UDA
Witch 3 FRANCESCA BIANCHI

È un’opera rock, interamente suonata e cantata, versione musicale di una delle più viscerali tragedie di William Shakespeare. Uno spettacolo che unisce la tradizione con il Rock moderno e la multimedialità.

MACBETH ROCK OPERA ha debuttato il 26 e 27 maggio 2017 presso il Monk Club di Roma ed ha avuto una seconda edizione il 20 e 21 aprile 2018, presso il Teatro Viganò, sempre a Roma.

Nel 2018 è stato prodotto il doppio cd in studio dell’opera. L’impianto musicale esplora più generi, dall’hard rock al metal, blues, reggae, progressive, fino al madrigale, tutti cuciti insieme da un’intensa ricerca dell’armonia, realizzata con un monumentale uso di cori attraverso tutta la partitura. Le influenze provengono da band come Soundgarden, Pink Floyd, Alice In Chains, Rage Against The Machine, Deep Purple, senza dimenticare
richiami allo stile di Rice e Lloyd Webber, che donano a MACBETH ROCK OPERA un respiro internazionale. L’ambientazione, in quanto Opera Rock, è di natura Gotica, con la scenografia molto scarna (due troni). L’azione dei personaggi si fonde con le videoproiezioni, che sottendono l’intera durata dello spettacolo. Il linguaggio scenico, infatti, si muove in due direzioni: sul palco è rappresentato ciò che accade, mentre sullo schermo viene presentato il mondo interno dei personaggi.

La durata dell’opera è di 125 minuti. Nelle videoproiezioni sono inclusi sopratitoli con la traduzione in italiano del testo.

Il cast è composto da tredici voci soliste.

Trailer: 



L'AUTORE

Fabio Caliandro è un cantante, chitarrista, autore e arrangiatore, cresciuto musicalmente con il rock degli anni settanta, contaminato con il grunge rock degli anni novanta, con la spiccata passione per il Musical. Unendo le due passioni per la musica e il teatro, nel 2000 fonda la Compagnia Vega Progetto Musical, con la quale ha portato in scena Jesus Christ Superstar, The Rocky Horror Show, A Musical Parade, Rent, come attore, regista e
vocal coach.

Jesus Christ Superstar, i cui diritti di esecuzione sono sempre stati garantiti alla Vega dallo stesso autore, Andrew Lloyd Webber, ha avuto il suo culmine con le due produzioni maggiori della Vega, una in collaborazione con il Vicariato di Roma, inserita nella rassegna Incontragiovani – rappresentazione avvenuta in Piazza Navona a Roma, il 5 giugno 2002 – e la seconda con le repliche al Teatro Italia di Roma, con un weekend di tutto esaurito, a marzo 2013.

Ha partecipato a un seminario sull’interpretazione nella musica tenuto da Carl Anderson, presso il Saint Louis Music College di Roma, duettando con il famoso Judas, si è esibito in teatri di circuito tra Roma e Londra nell’ambito del progetto Teatro in Lingua, interpretando alcuni dei maggiori personaggi Shakespeariani, come Macbeth, Polonio, Riccardo III, Jago.

IL DESTINO CONTRO L'UOMO

MacBeth, barone di Scozia, è un leale suddito del re, Duncan, al quale è anche legato dalla parentela attraverso sua moglie, Maeve. Guidando la battaglia contro i ribelli che intendono destituire Duncan, MacBeth combatte con al fianco Banquo, suo luogotenente nonché migliore amico e MacDuff, l’uomo dall’alta morale, fedelissimo anche lui di Duncan. Dopo la battaglia i tre e il loro esercito si imbattono in tre entità, fantasmi, streghe, o semplicemente le Tre Sorelle, personificazione del destino, le tre Parche che
tessono e muovono i fili degli umani burattini, lasciando loro l’illusione di essere registi e attori delle proprie vite.

ATTO I

In un Sabba (Hurly Burly) tre Streghe indicano in MacBeth il prossimo bersaglio del destino. Con le tre profezie (The Prophecies) – MacBeth diventerà barone di Glamis, barone di Cawdor e successivamente re – due delle quali si avvereranno in un lasso di tempo davvero breve, le Sorelle insidiano in MacBeth l’idea di poter prendere il posto di re Duncan.

Banquo prova a dare un avvertimento a MacBeth (The Warning) affinché non ceda alle lusinghe delle forze del male, rischiando di perdere l’onore e il buon nome che si è già guadagnato.

I dubbi che serpeggiano nella mente del barone (Snakes) vengono riportati in una lettera (The Letter) consegnata a Maeve, Lady Macbeth, che per la prima volta ha un nome proprio, svincolandola dall’essere solo la moglie di qualcuno, ma un’entità reale, definita, individuale. Maeve chiama a sé le forze della natura, la notte e gli spiriti (Evocation), perché la posseggano e le garantiscano la crudeltà necessaria per attuare il suo piano, di cui immediatamente parla al marito (The Plot 1): soggiogare il marito e fargli perseguire la terza profezia, diventare re, anche se questo implica l’assassinio di Duncan.

Nel frattempo Keelin, Lady MacDuff, chiede notizie della sorte di suo marito ad alcune combattenti che tornano dal fronte e annunciano l’arrivo di Duncan a corte (A Head Or Two).

L’ensemble accoglie il re in casa MacBeth (Welcome Good Duncan). Il sovrano annuncia che dopo di lui il trono andrà al proprio figlio Malcolm, e MacBeth riflette su come superare tale ostacolo sul proprio cammino (The Prince Of Cumberland). Ma un altro Dubbio attanaglia Macbeth: come può approfittare di avere Duncan in casa sua per ucciderlo e prenderne il posto, dopo tutti gli onori che Duncan gli ha garantito (Doubts)? Maeve assale subito il marito e i suoi dubbi. Prima punta sull’orgoglio di quello che
dovrebbe essere un combattente, un uomo, ma che si dimostra un codardo, incapace di agire malgrado il loro destino si stia compiendo da solo, come sospinto dal sovrannaturale (The Plot 2). Poi torna a ribadire i suoi intenti andando a scavare nel proprio vissuto (The Plot 3)

A questo punto si compie il destino di Duncan, colpito dal pugnale (The Dagger) che indica al protagonista la via verso il suo destino. Le voci delle Tre Sorelle riecheggiano nella mente di MacBeth.

Il duetto che segue (Big Red), vede Maeve scossa per la prima volta dal suo ingresso in scena. La visione del sangue rende tutto quello che aveva pianificato reale, pertanto la sua solidità comincia a vacillare. Il rosso sangue circonda la coppia colpevole, che deve tornare nelle proprie stanze, per ripulirsi e fingersi colpita e dilaniata dalla morte del povero vecchio re, quando, di lì a breve, MacDuff arriverà per svegliare il re così da ripartire da casa MacBeth. Da questo momento il personaggio subisce un’inversione di
rotta, la crudeltà lascia il posto al rimorso, che la condurrà alla pazzia.

Le ultime due scene sono corali. La prima è la festa che è continuata dopo che il re è andato a letto, con la corte ubriaca, i costumi disordinati, in forte contrasto con il madrigale precedente. Il Portiere sente che qualcuno sta bussando. È sfatto dal vino e infastidito dal Knock Knock (che in inglese ha anche un senso sessuale, ripreso nei ritornelli e nelle coreografie) (The Porter).

Finalmente aprono la porta a MacDuff (Mercy Sirs), che entra in camera di Duncan, per uscirne un istante dopo, piangendo per l’orrore di quanto ha appena visto, dando l’allarme per assassinio e tradimento. Entrano in scena tutti i solisti e la corte (Horror). I figli di Duncan, temendo ripercussioni, fuggono, e l’incoronazione di MacBeth chiude il primo atto.

ATTO II

In una sorta di preludio fuori dal corso della storia Banquo osserva MacBeth, sapendo che l’amico ha forzato la mano perché le sue profezie si avverassero. Maeve vede il marito scosso, così come lei. Cerca di rincuorarlo, dato quello che hanno conseguito: la corona. MacBeth tuttavia resta turbato, perché se è vero che le sue profezie si sono avverate, è vero anche che Banquo ha ricevuto tre profezie a sua volta. Sarebbe stato meno grande eppur più grande di MacBeth, più felice ma meno fortunato di lui e, per finire, da Banquo sarebbe derivata una stirpe di re. Ognuno dei tre personaggi ha i suoi motivi perché quello che era un amico adesso sia il primo nemico (Old Friend, New Enemy).

Banquo e Macbeth si incrociano. Banquo sente che l’amico sta tramando qualcosa, mentre MacBeth cerca di dissimulare il disagio di vedere Banquo ancora vivo. Quest’ultimo decide di avvisare il figlio, Fleance, perché si guardi le spalle (Dissemble).

MacBeth è irrequieto. Convoca tre sicari – i tre fantasmi del primo atto – perché eliminino Banquo e il figlio. Così non ci sarà nessuna stirpe di re a destituirlo (Killers’ Hiring).

Nel frattempo Banquo ha raggiunto il figlio, gli spiega che anche a lui sono state profetizzate alcune cose, le quali potrebbero ricadere su Fleance. Il padre promette al figlio di vegliare su di lui fin quando sarà vivo. Arrivano i sicari ma l’esito dell’agguato è positivo solo metà; Banquo muore, ma Fleance riesce a fuggire (Watch Over You). I tre fantasmi tornano a dare la notizia a MacBeth. L’imperfezione del risultato è una cosa della quale dovrà occuparsi in seguito, dal momento che sta per cominciare in banchetto per la loro incoronazione (Imperfect).

Il Banchetto vede la corte rallegrarsi con la nuova coppia di regnanti i quali danno il benvenuto ai loro ospiti e propongono brindisi. MacBeth si rattrista del fatto che Banquo non sia presente ai festeggiamenti ma Banquo in realtà è lì, un fantasma visibile solo a MacBeth che lo attacca, lo caccia, senza risultato. La corte è sorpresa dal comportamento del re ma viene prontamente allontanata da Maeve, per evitare ulteriori imbarazzi o, peggio ancora, di tradirsi ed essere scoperti come gli assassini di Duncan (The
Banquet). Maeve, sempre più scossa, chiede a Macbeth se e come potranno mai riavere un po’ di serenità. L’uomo non ha risposte, ma solo domande; deve tornare dalle Tre Sorelle (What’s Next?).

Le Tre Sorelle, durante un Sabba, preparano l’ennesima pozione, inserendo nel calderone gli ingredienti più disparati. Giunge MacBeth il quale pretende di conoscere come evolverà la sua vita, il suo regno. Le Sorelle gli mostrano la stirpe di Banquo che regnerà per moltissimo tempo, tuttavia lo rassicurano, dandogli tre nuove profezie. Deve stare attento a MacDuff; nessuno che sia nato da donna potrà mai fargli male e non sarà mai sconfitto a meno che non sia attaccato dal bosco – Birnam Wood – disteso sulla
collina dove sorge il suo castello (The Cauldron’s Apparitions).

Ross, il messaggero, informa MacBeth che MacDuff, sospettando del nuovo re anche per la scomparsa di Banquo, è andato in Inghilterra per chiedere aiuto a Malcolm, il figlio di Duncan, scappato in esilio dopo l’uccisione del padre. Macbeth si infuria e ordina l’attacco contro la famiglia di MacDuff, ordinandone lo sterminio (From Now On).

Anche Lady Macduff ha un nome proprio. Keelin, la pura. Canta del suo amore lontano, evocando anche lei la natura, il sole, le stelle, i fiumi e la luna. Antitesi di Maeve, Keelin vive per amare (Keelin’s Song). Ross, cugino di Keelin, arriva di corsa ad avvisarla che MacBeth ha inviato dei sicari contro di lei e i bambini. Farebbe meglio a scappare. Lei si fida del marito, chiede dove sia e perché non venga in suo soccorso. I tre sicari arrivano e inveiscono contro la donna, contro MacDuff. Lei difende il nome e l’onore del suo uomo e muore, dopo aver assistito all’assassinio dei suoi stessi figli, con il nome di lui sulle labbra (The Ambush).

MacDuff arriva in Inghilterra da Malcolm, chiedendogli di tornare e riscattare la corona che è sua di diritto, poiché MacBeth si sta rivelando un tiranno e un omicida. Malcolm rifiuta, lui non ha nessuna virtù che un re dovrebbe avere. Macduff perde l’ultima speranza e con il resto dei soldati canta la disperazione per la sua patria. Malcolm rivela all’amico di aver mentito per vagliare le sue intenzioni; ora che è sicuro che sia dalla sua parte, chiama l’esercito inglese a sostenere la sua causa per riacquisire la corona (Virtues). Ross arriva alla fine del duetto per dare a MacDuff la ferale notizia della morte di tutta la sua famiglia. MacDuff promette vendetta, pur accusando un colpo tremendo (Sad Messenger).

Dopo essere stata posseduta dalla più atroce crudeltà, Maeve ha vissuto tra rimorso e paura, restando, tuttavia, sempre solida e decisa. Fino all’uccisione di Keelin e i suoi bambini. Il grande rosso, il sangue che sapeva l’avrebbe perseguitata a vita, spegne l’equilibrio mentale della donna. La follia espressa nel sonnambulismo sfocia nella morte del personaggio (Sleepwalk).

MacBeth acquisisce consapevolezza che la vita di ciascun uomo non è altro che un copione scritto da qualcun altro. Trionfo fasullo per il povero attore sarà dimenticato e privato della gloria finta, un momento dopo la fine dello spettacolo (Tomorrow)

Ai piedi della collina si sono radunati MacDuff, Malcolm e i due eserciti, quello scozzese e quello inglese, pronti a destituire MacBeth. Entrambe le fazioni danzano sulla scansione dei tamburi di guerra. I rami del bosco vengo usati per coprire spade, scudi ed elmi, dando l’impressione che il bosco cominci a camminare verso il castello di MacBeth (By Birnam Wood).

Un inserviente riporta a MacBeth di aver visto il bosco camminare. MacBeth chiede l’armatura, certo di poter contenere l’attacco nemico. MacDuff lo sfida subito, promettendo vendetta per il massacro della sua famiglia.

MacBeth lo deride; nessuno che sia nato da donna può ucciderlo. MacDuff gli rivela di essere nato da un parto cesareo, pertanto non è nato da una donna. MacBeth ha la conferma di essere la pedina di un gioco che non ha neanche compreso. Muore, ucciso da MacDuff, che riconsegna la corona a Malcolm e un re giusto alla sua patria. Malcolm ristabilisce l’ordine, accolto dall’acclamazione del popolo liberato dal tiranno MacBeth (Last Fight, Final Revenge).
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5/6/7 LUGLIO ORE 21
Teatro Tor Bella Monaca
Via Bruno Cirini, Roma


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