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L'Orchestra del Maggio compie 90 anni e festeggia col primo concerto del ciclo Mahler

Foto Pietro Paolini
L’Orchestra del Maggio spegne 90 candeline e festeggia con il primo concerto del ciclo Mahler l'inizio della Stagione Sinfonica 2018/2019

Quasi un secolo di musica da celebrare insieme a tutto il teatro. L'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino festeggia i suoi primi novanta anni il 4 ottobre
con il primo appuntamento del Ciclo Mahler, che vede il maestro Fabio Luisi sul podio per la Sinfonia n.2 del compositore austriaco

Novanta anni di musica per l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, novanta candeline per i professori che si sono avvicendati tra il palcoscenico, le sale prove sia del vecchio Comunale che del nuovo Teatro del Maggio in poco meno di un secolo, diretti dai più grandi e celebri direttori d’orchestra di tutti i tempi. L'Orchestra del Maggio, nata nel 1928 come Stabile Orchestrale Fiorentina, ha visto avvicendarsi sul podio alcuni dei più celebri direttori d'orchestra e può vantare tra i suoi direttori stabili alcuni dei “grandi delle bacchetta”, a partire dal suo fondatore Vittorio Gui, e ancora Bruno Bartoletti, Riccardo Muti e Zubin Mehta fino a Fabio Luisi, che ne ha assunto la guida quest'anno.

Per celebrare degnamente l’Orchestra, dopo il successo dell’integrale delle sinfonie di Šostakovič dello scorso anno, il teatro ha in serbo per il pubblico un programma ricco che ruota intorno ad un nuovo ciclo dedicato a due grandi compositori, Gustav Mahler – le cui nove monumentali sinfonie saranno dirette dal maestro Fabio Luisi con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino - e Franz Schubert. Il 4 ottobre alle 20 si alzerà dunque il sipario per dare il via alla Stagione sinfonica 2018/2019 (e alle celebrazioni ufficiali dei 90 anni) con un concerto corale che prevede l’esecuzione della Sinfonia n.2 in do minore per soli, orchestra e coro Resurrezione di Gustav Mahler e che vedrà, insieme all’Orchestra e al Coro del Maggio (quest’ultimo diretto da Lorenzo Fratini), il soprano Valentina Farcas e il mezzosoprano Veronica Simeoni. Sempre il 4 ottobre, alle ore 18, nel Foyer di Galleria del Teatro, Daniele Spini terrà una conferenza dal titolo 1928: nascita di un’Orchestra (ingresso libero fino ad esaurimento posti).

Il 9 dicembre invece, data ufficiale del novantesimo dell’Orchestra, il Teatro si aprirà alla città per visite guidate ai luoghi dove nascono gli spettacoli: dal palcoscenico alla sartoria, dai camerini degli artisti alle sale prove dell’Orchestra e del Coro fino agli ampi foyer, la sala grande e la cavea all’aperto. A conclusione della giornata verrà messa in scena una delle recite de La traviata di Giuseppe Verdi diretta dal maestro Enrico Calesso con la regia di Francesco Micheli, che verrà offerta al pubblico ad un prezzo speciale di 10 euro a biglietto.


Gustav Mahler - Sinfonia n.2 in do minore per soli, orchestra e coro Resurrezione

Opera grandiosa e dalla gestazione complessa, la Sinfonia n. 2 in do minore per soprano, contralto, coro misto e orchestra impegna Mahler per ben sette anni a partire dalla creazione del primo movimento, concluso nel 1888, passando per i tre movimenti centrali, risalenti all’estate del 1893, fino all’ultimo solenne quinto movimento che chiude l’opera nel 1894. Le varie macro sezioni in cui è suddivisa la Seconda Sinfonia nascono dunque separatamente, senza un piano prestabilito che verrà delineandosi nella mente del compositore strada facendo, esplicandosi nella sua interezza a posteriori. Se il primo tempo si ricollega al finale della Prima Sinfonia e alla figura dell’eroe, di cui Mahler celebra adesso le esequie, e i tre movimenti centrali sono pensati come pause di riflessione sulle esperienze vissute, per il movimento conclusivo il compositore sente la necessità urgente di tornare alla parola, la parola redentrice capace di sublimare l’idea musicale. L’ispirazione gli giunge da un’esperienza personale. Durante i funerali del direttore Hans von Bülow, Mahler ascolta un inno sull’ode Die Auferstehung di Klopstock e l’illuminazione è immediata: la sua Seconda Sinfonia si concluderà con l’intervento della voce umana e il messaggio di rinascita celeste contenuto nel testo di Klopstock, intonato dal soprano e dal coro, segnerà il punto di arrivo del lungo viaggio dalla morte al giorno del Giudizio universale. Numerosi ed eterogenei sono i materiali musicali impiegati a tal fine: il corale strumentale costruito sulle note iniziali del Dies Irae unito al ritmo di marcia funebre nel primo movimento, il ländler di sapore schubertiano nel secondo movimento, i Lieder tratti dall’amata raccolta Des Knaben Wunderhorn - La predica ai pesci di Sant’Antonio da Padova, tema dello Scherzo, e Urlicht, tenera cantilena affidata al contralto nel quarto movimento - e ancora, suoni di natura, squilli apocalittici e marce trionfali nel finale. Passando dal mondo incantato e sognante del Wunderhorn, Mahler unisce morte e resurrezione in un maestoso polittico sinfonico dove la trasfigurazione finale è raggiunta solo attraverso l’esperienza del dolore.

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