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E poi dicono che sono pazzo - Quando la verità è troppo scomoda, viene definita follia



E poi dicono che sono pazzo
Quando la verità è troppo scomoda, viene definita follia


Il mio crimine è stato quello di essere nato e cresciuto
in una famiglia di tradizioni mafiose,
e di aver vissuto in una società dove tutti sono mafiosi
e per questo rispettati,
mentre quelli che non lo sono vengono disprezzati.
(Leonardo Vitale)



Il Teatro Kopó presenta "E poi dicono che sono pazzo", in scena dal 28 al 30 settembre, venerdì e sabato alle 21, domenica alle ore18, di e con Giuseppe Arnone per la regia di Giovanni Marchione, Produzione Maschere Nude (Agrigento).


Giuseppe Arnone torna al Teatro Kopó, inaugurandone la nuova Stagione, con uno spettacolo destinato a far parlare di sé. Come fece parlare di sé il protagonista, Leonardo Vitale, il primo pentito di mafia della nostra Storia. Qualche anno dopo la sua morte, avvenuta per mano di Cosa nostra, il magistrato simbolo della lotta alla magia Giovanni Falcone, assassinato a sua volta dalla stessa violenza mafiosa, ebbe a dire di lui: “Scarcerato nel giugno 1984, fu ucciso dopo pochi mesi, il 2 dicembre, mentre tornava dalla Messa domenicale. A differenza della Giustizia dello Stato, la mafia percepì l'importanza delle sue rivelazioni e lo punì inesorabilmente per aver violato la legge dell'omertà. È augurabile che, almeno dopo morto, Vitale trovi il credito che meritava e che merita.” 

Il lavoro di Arnone, che si colloca nel suo consolidato impegno nell’ambito del teatro civile, rende omaggio alla verità inascoltata del primo collaboratore di Giustizia. Si parte dalla sua infanzia, da quel milieu familiare e sociale nel quale la mafia rappresenta la regola e non l’eccezione, per dipanare ricordi di una terra straordinaria e martoriata quale è la Sicilia, vista dalla tenerezza degli occhi del bambino: il sapore della prima arancina, il gioco del pallone, la scoperta della sessualità, i colori delle strade di Palermo. 

Saranno proprio quei colori a cambiare quando l’amato zio Titta inizierà Leonardo alla vita da mafioso, con il rito della puntura di spina a sigillare il patto di sangue con una Palermo diventata la Signora nera, la città delle tenebre. Dopo essersi macchiato di crimini orrendi e aver attraversato depressione, crisi mistica e follia dietro le sbarre del carcere, Leonardo Vitale sceglie di parlare, di raccontare tutto, di fare i nomi e i cognomi, di circostanziare l’orrore di cui egli stesso si è reso protagonista. Tuttavia, non può essere creduto e ritenuto attendibile fino in fondo, poiché chi ascolta e giudica è abbagliato dal pregiudizio.
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Teatro Kopó

Via Vestricio Spurinna, 47/49

00175 Roma

Metro A Numidio Quadrato

Tel.: (06) 45650052

Website: www.teatrokopo.it

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