Associazione Culturale Theatrica
presenta
BERLINO KAPUTT MUNDI
scritto da Simone Consorti
diretto da Francesca Frascà
con Manuela Di Salvia, Pierluigi Freddi, Raffaele Risoli, Giuseppe Talarico
Teatro Agorà
via della Penitenza 33
dal 6 all’11 Marzo
Come dobbiamo immaginarlo un Hitler sopravvissuto alla guerra, con sulle spalle le fatiche dell’invecchiamento e del conflitto? È da questa domanda che prende il via Berlino Kaputt Mundi il testo di Simone Consorti. Lo spettacolo diretto da Francesca Frascà vede in scena Manuela Di Salvia, Pierluigi Freddi, Raffaele Risoli, Giuseppe Talarico al Teatro Agorà dal 6 all'11 marzo.
BERLINO KAPUTT MUNDI
scritto da Simone Consorti
diretto da Francesca Frascà
con Manuela Di Salvia, Pierluigi Freddi, Raffaele Risoli, Giuseppe Talarico
Teatro Agorà
via della Penitenza 33
dal 6 all’11 Marzo
Come dobbiamo immaginarlo un Hitler sopravvissuto alla guerra, con sulle spalle le fatiche dell’invecchiamento e del conflitto? È da questa domanda che prende il via Berlino Kaputt Mundi il testo di Simone Consorti. Lo spettacolo diretto da Francesca Frascà vede in scena Manuela Di Salvia, Pierluigi Freddi, Raffaele Risoli, Giuseppe Talarico al Teatro Agorà dal 6 all'11 marzo.
Simone Conforti, più che come un sopravvissuto, lo vede come un sopravvivente, alla prese con problemi quotidiani più o meno pratici. Quasi tutti, tranne una fedele segretaria molto germanica, lo hanno ormai abbandonato, perfino le gambe e i ricordi. Quel che gli torna in mente è confuso, vago. Gli rimangono solo alcuni tic, alcuni atteggiamenti dispotici e dittatoriali, ormai evidentemente connaturati e soprattutto una sedia a rotelle da cui si alza e si risiede ripetutamente, oltre che i suoi fedeli baffi che cambia in continuazione, selezionandoli dalla sua collezione, in cerca di un nuovo look o di una nuova identità.
Hitler è un personaggio anacronistico, un uomo goffo e solo che vive in uno scenario da giorno dopo; eppure si esercita in vista di nuove lotte, come se si trovasse appena prima di una nuova sfida. Fedele compagno gli è un cruciverba che, per tenersi in forma, tira fuori in continuazione, oltre che un ombrello bucherellato utile solo per vedere le stelle. Improbabili ospiti, più che altro sciacalli e nostalgici, passano a visitarlo senza soluzione di continuità per sottoporgli piani sempre più bizzarri. In questa atmosfera beckettiana di svendita totale dei resti del Reich, compaiono sosia, aspiranti dittatori, medici ciarlatani e perfino Stalin, con cui il protagonista ingaggia una sfida a chi sia “il più Hitler”. Nel finale, la sorpresa! Hitler recupera il ricordo. Lo recupera prima e meglio degli altri che ha attorno, perché il ricordo è più difficile da cancellare che la memoria, pare. Gli basterà quest’arma per tornare di nuovo al potere?
Note di regia
La pièce viaggia su un binario ferroviario, nel senso vero del termine, composto da due profilati metallici chiamati a rispecchiare la doppia personalità del nostro Hitler, oltre che il chiaro riferimento storico della entrata nell’inferno dei lager.
Le due rotaie introducono i due volti di Hitler, quello noto a tutti del diavolo fattosi persona, e quello innocuo, che ha perso la memoria a seguito di un incidente, e per questo più pericoloso.
Il pericolo della sua amnesia è esattamente il motivo per cui noi dobbiamo ricordare, una società che veda la banalità del male solo in Hitler, vedrà semplicemente la punta dell’iceberg, col rischio di non riconoscere le tragedie future.
In scena, in modo grottesco, si avvicendano le maggiori nazioni che parteciparono alla Seconda Guerra, attraverso i loro ridicoli rappresentanti riconosciamo i tratti peculiari di ognuna di esse.
Non ci sono elementi che riconducano la storia ad un momento preciso, sicuramente è posteriore al secondo conflitto mondiale, non è importante neanche sapere dove si svolga l’azione.
Il riflettore è puntato sul meccanismo del consenso e sulle dinamiche di fedeltà assoluta alle idee.
Lo spazio-tempo non è rilevante, per questo sono presenti elementi antistorici e anacronistici, perché la storia possa essere trasposta in qualsiasi epoca: Hitler può giocare con un ombrello, arrabbiarsi per lo squillo di un cellulare, collezionare baffi, risolvere cruciverba, ma quel cognome di sei lettere che lui non ricorda non perde potenza, anzi ci rende vigili, perché l’indicibile e l’inconcepibile non si riproponga.
Se si gioca sul falso e sul grottesco è solo perché il finto non diventi reale.
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“BERLINO KAPUTT MUNDI”
scritto da Simone Consorti
diretto da Francesca Frascà
con Manuela Di Salvia, Pierluigi Freddi, Raffaele Risoli, Giuseppe Talarico
scene: G.E.L.
costumi: Made in Testaccio
Teatro Agorà,
via della Penitenza 33
dal 6 all’11 Marzo
ore 21, domenica ore 18
biglietto 13 euro + 2 tessera
info e prenotazioni: 06.6874167- 339.8448828
associazionetheatrica@gmail.com
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