Il Teatro Kopó presenta Il bambolo di Irene Petra Zani, per la regia di Pietro Dattola, con Flavia Germana de Lipsis, elementi scenici di Alessandro Marrone, in scena dal 12 al 14 gennaio, alle ore 21, domenica doppia replica alle 18 e alle 21.
Testo vincitore del Premio di drammaturgia DCQ - Giuliano Gennaio 2016 - VII edizione, per “l'insperata originalità con cui l'autrice è riuscita a trattare argomenti molto frequentati e per l'utilizzo di un linguaggio particolarmente vivido e fresco, il tutto in un monologo denso di suggestioni, fitto di rimandi e ricco di momenti emotivi intensi e straordinariamente convincenti”, così è stato scritto circa Il bambolo. Spettacolo raffinato, parte dall’idea che oltre che dalle quattro forze fondamentali della natura, il nostro mondo è influenzato da una quinta, potentissima forza: quella dello sguardo altrui. Una forza capace di determinare il nostro modo di vivere, di essere.
Uno sguardo mal interpretato, uno sguardo aberrato, uno sguardo mancato, possono produrre comportamenti aberranti. Operazioni aberranti: più per meno, meno: meno sono, più sono il mio vero io. Fino a scomparire. Il corpo diventa un nemico, l'animo un tesoro troppo prezioso per essere custodito in corpo che non riceve gli sguardi che desidera, la giornata un’infinita rinuncia a eliminazione. Più veloce del tempo, la mente si lancia in una corsa a vuoto sfiancante, esaltante, gloriosa - ma dalla partenza falsata da un segreto inconfessato.
Solo quando non ci sarà più nient’altro di cui liberarsi, soltanto allora affiorerà, potente e risolutrice, l’unica fame impossibile da reprimere: la fame d’amore. Tutto questo e molto altro si cela dietro l’immagine di una donna su una spiaggia con il suo compagno di una vita: un bambolo gonfiabile. Per lei, lui è vero ed è l'unico uomo che può amare. Da più di tredicimila anni, infatti, la donna soffre di una malattia che le ha preso gli occhi e il cuore e che le ha portato via anche la fame - da quando, bambina, ha sepolto nella terra un segreto delicato come un fiore, pesante come un sasso.
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