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TACCO 15 Non sarai più sola - testo e regia Bebo Storti


21 – 26 NOVEMBRE 2017 PRIMA MILANESE

TACCO 15
Non sarai più sola


testo e regia Bebo Storti

con Bebo Storti e Francesca Giacardi

montaggio video Francesca Pesce
compagnia Cattivi Maestri
produzione Teatro della Cooperativa e Cattivi Maestri

Un noir vecchia Milano attende il pubblico della Cooperativa dal 21 al 26 novembre con TACCO 15 Non sarai più sola, testo e regia di Bebo Storti in scena con Francesca Giacardi.

Protagonista di questo lavoro è Gianna, brillante, simpatica, divertente, affascinante eppure a suo modo inquietante. Il suo passato ci viene svelato, poco a poco, attraverso un ritmo frenetico, canzoni anni Sessanta e parole, fitte e taglienti come lame. Un progetto che prende spunto da alcune testimonianze raccolte da Bebo Storti anni fa in un documentario sulle carceri della Lombardia, quasi quaranta ore di registrazione nelle tredici “case di pena”.

Molte testimonianze toccanti, alcune tremende. Quelle femminili in genere.

Da lì prende corpo il testo e dalle molte letture e dalle leggi canaglia vigenti in Italia fino a pochi decenni fa e dalla voglia di immaginare una di queste anime perdute, che si ritrova, magari, in un mondo ancor più orribile. Ma ritrova se stessa. Quella se stessa, figlia dei maltrattamenti, della prostituzione coatta, dell’essere stata giovane, troppo giovane e inerme.

Il testo si sviluppa intorno a questa figura di femmina fatale, per i maschi, per le femmine ma soprattutto per se stessa. Canta racconta irride, come una comedian donna bersaglia la società sotto un cono di luce, si veste si spoglia, piange urla maledice prega e uccide. È grand guignol. È splatter. È quel che la vita riserva alle anime perdute.


Note di regia

Ci sono tante donne che la sera sole in casa girano la testa verso un angolo scuro per non incrociare gli occhi dell’orco.

Ci sono bambine che facendosi donne, dodicenni prostituiscono il loro corpo e con andatura anserina trotterellano verso il degrado, arricchendo padri cani.

Luoghi dove “il primo a giacere con te” è un familiare che dovrebbe difendere la tua età insieme alle tue bambole.

Donne puttane, buone, una volta invecchiate, 17 anni, solo per trasportare droga, come una gravidanza oscena, nel ventre, nel profondo del loro corpo martoriato da mille vite d’inferno.

Se un polpettone non è fatto secondo i crismi dell’haute cuisine, sono sberle e calci, salutari calci di “ricordati chi paga i conti”.

Un presepe da te fatto, mani tremanti, non soddisfa il san Giuseppe di casa… i lividi faranno da cielo blu alla culla del cristo neonato, che non abbassa mai lo sguardo, su di te, pietoso, quando serve.

Donne sempre sole e tante, lasciate lì, in una diaspora d’abbandono dolorosa, un continuo girare dentro una nebbia maleodorante, ogni voluta di fumo ecco un mastino che gronda saliva dalle fauci mentre urla “è colpa tua!!”

Quando comincia la girandola di “fallo per papà, muovi quel culetto e porta un po’ di soldi nelle mie tasche affamate” ecco che comincia l’inferno, senza un Caronte cieco, quel Caronte lì, che sia il magnaccia o il cliente, ci vede benissimo, sa dove ti porta. Complice, la prima delle vittime di casa, tua madre…libro di una storia di soprusi sulla pelle.

Ma in fondo. Dai! Basta pagarle meno queste donne, per le stesse fatiche che fanno gli uomini. Discriminarle nelle fabbriche nelle scuole negli atenei. “Se ti fai toccare il culo ti passo all’ufficio titoli” disse sbavando euro un direttore di banca con gli zoccoli da satiro. E se uno sguardo una battuta scappano. Che sarà mai. Maschi della specie depositari del seme evolutivo…

Calendario di dolore di morte. Ogni giorno una di voi se ne va, per non tornare dai suoi figli. Si ricorderanno il suo volto quando la mattina i biscotti c’erano sempre? Quando la mano passava sui pensieri e li faceva dormire? Erano state avvertite le forze dell’ordine ma non c’erano leggi, rottweiler di certezza della pena. In fondo siete numeri nel mare mosso della casistica.

Quando cominciai a scrivere lo spettacolo, dopo aver sentito donne, alcune dalla vita dissipata e disperata, anche in carcere, altre. Ho pensato; e se la mia si ribellasse? E diventasse una Serial Killer, vendicando una vita di panchine fredde in attesa di un cliente, nella ricerca del padre in ogni uomo a voler trovare una vendetta che non arriva mai. Se facesse a pezzi oltre che la propria personalissima serie di incubi notturni anche gli uomini che ne sono responsabili.

Ho pensato ad una eroina nera. Sarcastica e creativa. L’ho vista rivivere i suoi terrori e reagire. Stare sul palco davanti ad altre donne. Accusandole di debolezza e offrendosi come una diana sanguinaria. L’ho vista sì. Patire soffrire cantare.

Ho visto una donna che vi vendica tutte

Amiche mie
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ORARI:

martedì, mercoledì, venerdì e sabato > 20.30

giovedì > 19.30 - BIGLIETTO UNICO 10 euro

domenica > 17.00

lunedì riposo


PREZZI:

intero 18 euro – ridotti 15/9 euro

www.teatrodellacooperativa.it - Via Hermada 8, Milano – tel. 02.6420761

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