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Debutta al Teatro Delfino SETTANTA VOLTE SETTE The Drama Musical

VIVAVOCE PRODUZIONI MILANO
presenta

Dal 21 maggio 2016

TEATRO DELFINO
Piazza Piero Carnelli – Milano


SETTANTA VOLTE SETTE
The Drama Musical 

Un uomo una donna si ritrovano dopo venti anni
a fare i conti con il proprio passato.
Lui rinchiuso nel braccio della morte.
Lei con il potere di decidere della sua esecuzione.
Le vittime, prima o poi, diventano carnefici.
L’odio contro l’amore.
Quanto siamo disposti a perdonare chi ha distrutto la nostra vita?
Quante volte?

Debutta il 21 maggio al Teatro Delfino di Milano Settanta volte Sette – The drama musical, uno spettacolo inedito tutto italiano che debutta in prima assoluta. Scritto e diretto da Marisa Della Pasqua con le musiche di Maurizio Desinan.

Dopo oltre 20 anni di esperienza nel teatro di prosa e nel musical d’importazione, Marisa Della Pasqua e Maurizio Desinan tornano, dopo il successo di “Rosa Salmone S.p.a.”, all’allestimento di un nuovo spettacolo in cui il tema principale è la forza del perdono, che muove i protagonisti e le storie in scena.

Marisa Della Pasqua, dopo il diploma all'Accademia dei Filodrammatici di Milano, inizia la carriera di attrice, perfezionandosi con corsi di danza, canto e doppiaggio. Insieme al marito, Maurizio Desinan, attore, doppiatore, compositore e speaker radiofonico (per anni voce ufficiale di Radio Deejay), aprono una casa di produzione, VivaVoce, avvicinandosi al mondo del teatro musicale a cui si dedicano da oltre dieci anni.

Settanta volte sette è un numero simbolico che significa “sempre” e si trova in un passo del Vangelo in riferimento a quante volte siamo in grado di perdonare qualcuno che ci ha “offeso”. Il sentimento del perdono rende i protagonisti dello spettacolo liberi finalmente di chiudere i conti con il passato, un perdono che sanifica, attraverso l’Amore, e permette loro di guardare oltre.

«Oggi, con un nuovo musical di più ampio respiro, affrontiamo una tematica a noi molto cara: la forza del perdono che riesce a sconvolgere e a cambiare la vita non solo di chi lo riceve ma anche di chi lo concede. Questo spettacolo - proseguono gli autori - potrà suscitare le più diverse reazioni ma di una cosa siamo certi: nessuno potrà rimanere indifferente».

Settanta volte Sette è prodotto da VivaVoce Produzioni, sul palcoscenico un cast di 16 attori professionisti: Andrea Spina (Shaul), Paola Della Pasqua (Elena), Selene Demaria (Ellie), Roberto Serafini (Jonathan), Michele Radice (Avvocato), Maurizio Desinan (Secondino), Gianluca Ciatti (Uomo), Natascia Fonzetti (Benny), Elisa Filace (Sarah), Alessia Punzo (Cora), Bruno Barone (Shaul JR), Simone De Rose (Macho), Sandro Argentieri (Latticino), Alessandro Milione (Smilzo), Emanuele Revalente (Luìs) e i piccoli Aaron e Nathan.

Una band dal vivo, diretta da Gianluca Sambataro, accompagna i performer sulla musica originale di Maurizio Desinan «La musica di “Settanta volte sette” nasce rock nel senso stretto del termine, e cioè ruvida, ritmata, con chitarre distorte: è stata però volutamente “contaminata” da una sezione di archi dal vivo, per sottolineare i momenti più melodici o drammatici. Le melodie vengono risaltate dal lavoro di arrangiamento vocale e musicale dei Maestri Gianluca Sambataro e Filippo Bentivoglio.
La scene sono firmate da Mattia Bordoni, una scenografia neutra ed essenziale composta da volumi ed elementi bianchi che si colorano e si compongono tramite le luci e le proiezioni nel luogo che devono aiutare a raccontare.

Allo spettatore viene fornita un’immagine evocativa dello spazio, lasciandogli poi la libertà di rielaborare nella sua mente l’ambientazione che gli risulta più affine.

Sinossi: 
in un carcere di massima sicurezza, nel braccio della morte, un boss della malavita, non più giovane, riceve la visita inaspettata di una donna sconosciuta, un noto personaggio politico che gli comunica la sua imminente esecuzione.

In realtà la donna è una sua vecchia conoscenza: un tempo lavorava per lui, fino a quando non era stata salvata da un pastore con cui aveva deciso di sposarsi. Ma, infastidito dal pastore, il boss aveva deciso di ucciderlo, suscitando nella donna odio e desiderio di vendetta.


Calendario repliche:

Sabato 21 maggio ore 21.00

Domenica 22 maggio ore 16.00

Martedì 24 maggio ore 21.00

Mercoledì 25 maggio ore 21.00

Giovedì 26 maggio ore 21.00

Venerdì 27 maggio ore 21.00

Sabato 28 maggio ore 21.00

Domenica 29 maggio ore 16.00


Teatro Delfino, Piazza Piero Carnelli

Per info e prenotazioni: tel. 333 5730340 dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 19 | mail info@teatrodelfino.it


Intero: 20,00€ | Ridotto (convenzioni e cittadini quartiere, studenti, over 60, under 25): 15,00€


note degli autori


“Del teatro non si può fare a meno”, dice un personaggio de “Il gabbiano” di Cechov.

Oggi sembra un’affermazione quasi assurda, circondati come siamo da grandi emergenze: crisi economica, guerre, attentati, migrazioni. Eppure, in questo scenario quasi apocalittico, il teatro rimane ancora un luogo “neutrale”, addirittura sacro, in cui la comunicazione rimane aperta e fluida, in cui la carne parla alla carne, senza filtri mediatici o virtuali dentro i quali ci si sbrana come in un’arena. Un posto dove il contatto è vivo e immediato, azione-reazione, tutto in tempo reale, come nella vita. È un rito al quale tutti partecipiamo conoscendo bene le regole. Crediamo sia l’ultimo luogo in cui è ancora possibile un dialogo umano, civile, artistico. Un posto in cui si dà, si riceve e ci si sente meno soli.

Il teatro è anche un privilegio, un’occasione da non perdere per dare messaggi importanti. Almeno per noi.

Lo scopo del nostro spettacolo non è l’intrattenimento inteso come svago usa e getta. Il testo è un pretesto. La musica, uno splendido modo di declinare il racconto. Il titolo, invece, è il vero nocciolo del discorso. “Settanta volte sette” è il numero delle volte che siamo chiamati a perdonare quando veniamo “offesi”. Un numero simbolico che nella Bibbia significa “sempre”.

Perdonare è una scelta: non ha nulla a che fare con il sentimento o l’emozione. Se dovessimo perdonare ascoltando il nostro cuore non lo faremmo mai, perché il cuore è la sede del dolore provocato dalle ferite, dai torti o dagli abusi. Decidere di perdonare significa decidere di “andare oltre, far passare dietro di sé ciò che è accaduto e non tenerne più conto”. Non significa dimenticare (sarebbe impossibile), né di giustificare (sarebbe difficile), ma di non voler più tornare sulla questione. Andare avanti.

C’è, però, almeno per noi, un elemento indispensabile, senza il quale il perdono non può avvenire né avere esito: l’amore. Non un qualsiasi tipo di amore. Nemmeno un amore umano. La Bibbia lo chiama “agàpe” ed è l’amore di Dio. Un amore sovrannaturale che si può aspirare ad avere e che è insospettabilmente a portata di mano: basta chiederlo, basta volerlo.

È “così facile… che sembra impossibile”, dice un personaggio dello spettacolo. Ecco allora che il perdono acquista una forza e un effetto di proporzioni inimmaginabili e può arrivare a sconvolgere la vita di chi lo riceve.

Nessuno si aspetta di essere perdonato perché la catena di rancore è forte e sembra non avere mai fine ma, quando arriva il perdono, la catena si spezza e qualcosa succede: un piccolo miracolo nella vita di quella persona.

Noi vorremmo proprio questo: che succedesse “qualcosa” dentro al cuore di quanti vorranno assistere al nostro spettacolo: per noi sarà un grande regalo poter anche solo intravedere sul loro volto che quel “miracolo” è avvenuto.

Marisa Della Pasqua e Maurizio Desinan

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