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Per la rassegna Famiglia al Teatro Coccia BOHÈME, O BELLA ETÀ D’INGANNI E D’UTOPIE

TEATRO COCCIA
RAGAZZI E GIOVANI ALL’OPERA

Domenica 17 gennaio 2016 ore 16.00 – Recita per le famiglie

Lunedì 18 gennaio 2016 ore 9.30 e 11.15 – Recite per le scuole

Martedì 19 gennaio 2016 ore 9.30 – Recita per le scuole

BOHÈME, O BELLA ETÀ D’INGANNI E D’UTOPIE

Uno spettacolo di Venti Lucenti

Tratto dal romanzo di Henry Murger
E dall’Opera di Giacomo Puccini su Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica

Scrittura scenica e regia Manu Lalli
Direttore e pianoforte Loris di Leo

Cantanti Stefano Marchisio, Hamadi Laga, Cristina Martufi
Narratore Chiara Casalbuoni
Attori Niccolò Franchi, Luca Baldini, Federico Zini, Cecilia Russo

Collaboratori di palco Marta Bonucci, Letizia Perini
Ensemble di Musica del Conservatorio Guido Cantelli di Novara
Coro Bambini delle scuole elementari e medie della città di Novara
Diretto da Alberto Veggiotti e Marina Goggi

Produzione Fondazione Teatro Coccia Onlus, in collaborazione con Venti Lucenti
Per il secondo anno torna al Teatro Coccia di Novara la Compagnia Venti Lucenti; dopo La principessa Turandot, che ha coinvolto gli alunni delle scuole di Novara e portato sul palco più di cento giovanissimi attori/cantanti, è ora la volta di una rielaborazione di Bohème, sempre con la regia di Manu Lalli a 120 anni dal suo debutto.

Il 1 Febbraio 1896 infatti al Regio di Torino va in scena per la prima volta Bohème. L’opera, diretta da Arturo Toscanini, subisce una violenta stroncatura da parte della critica. Eppure Bohème da quel momento non vedrà che successi in tutto il mondo. Bohème è l’opera della gioventù, l’opera della “bella età d’inganni e d’utopie”, nella quale “si crede, si spera e tutto bello appare”; forse il suo fascino immortale, il suo significato più profondo, è tutto in questo verso che dà voce alla perdita dell’ingenuità della gioventù, la consapevolezza del passare del tempo che porta con sé inevitabilmente affanni e dolori. Ma forse non è sbagliato in questo momento storico e in questo paese portare in scena un’opera sulla gioventù affidandola in prima battuta proprio ai giovani, ai quali intendiamo affidare il compito di rinverdire le speranze e di raccontarci ancora quanto sia bello e giusto inseguire i sogni e tentare per quanto è possibile di farli divenire realtà. Per questo il ruolo dei ragazzi del territorio novarese coinvolti nel progetto sarà fondamentale: le loro voci, la loro azioni e la loro presenza in scena funzioneranno da richiamo e da contraltare alle vicende dei protagonisti.

Questa rielaborazione di Bohème si apre con un attore/ autore (forse lo stesso Puccini, ma chissà forse un più maturo Rodolfo ormai “arrivato”, che riscrive la sua storia) che scrive nella soffitta, da solo, pensa, sogna, ricorda. Piano, piano, l’autore si confonde con la figura stessa del personaggio creato e la storia comincia. La fredda soffitta del primo atto dove i quattro amici vivono, è il luogo dove il calore si manifesta solo all’arrivo dell’amore. Lo spettacolo si chiude con l’urlo di dolore di Rodolfo sul corpo ormai senza vita di Mimì, nel quale non c’è solo la disperazione della perdita della donna amata, ma anche la disperazione per la fine della giovinezza e la sconvolgente accettazione del fato. Puccini disegna sulla partitura, nel punto nel quale la musica sottolinea la morte di Mimi, un teschio, a testimoniare che il trapasso di Mimì doveva avvenire in quell’istante e aggiunge “quando trovai quegli accordi scuri e lenti e li suonai al piano, venni preso da una tale commozione che dovetti alzarmi e in mezzo alla sala mi misi a piangere come un fanciullo. Mi faceva l’effetto di aver visto morire la mia creatura”. L’autore / attore chiude il libro, la gioventù è terminata. Ma al di là della storia dei giovani parigini, che diventa paradigma di ogni vita ricca di speranza, rimane l’esaltazione per quell’orizzonte che permette di intraprendere il viaggio verso la nostra meta agognata, verso Itaca, alla quale arriveremo fatalmente, speriamo ricchi di esperienze e di incontri.

L’opera ha un ritmo teatrale che viene sviluppato anche attraverso l’utilizzo di attori che illustrano e raccontano la vicenda, attraverso accelerazioni narrative, necessarie per ridurre i tempi dell’opera: la messa in scena dei momenti salienti della storia, cantati da professionisti, vede dunque l’innesto di scene narrate e recitate per rendere ancora più coinvolgente la partecipazione del pubblico. Sulla scena attori, cantanti, ragazzi formati da maestri di coro novaresi che cantano, recitano, danzano, in un lavoro collettivo e formativo che riguarda non solo il capolavoro pucciniano, ma più in generale una delle manifestazioni più alte dell’arte italiana: l’opera lirica.

VENTI LUCENTI

Venti Lucenti, Compagnia diretta da Manu Lalli, nasce formalmente oltre venti anni fa dall'esperienza di alcuni professionisti del teatro, dell’educazione e della formazione. Fin dalla sua nascita si è sempre occupata di Teatro, educazione/formazione di promozione socio-culturale, e musicale collaborando all'organizzazione di molteplici attività con enti pubblici e privati. Il filo rosso che ha legato le diverse attività è da individuarsi senz’altro nell’attenzione rivolta alla promozione di una cultura di pace e di tolleranza, basata sul riconoscimento delle diversità, ma anche delle grandi potenzialità di espressione e di comunicazione di tutti. Le messe in scena di Venti Lucenti, siano in prosa o in lirica vedono la partecipazione annuale di migliaia di artisti (spesso in scena contemporaneamente) per i quali il numero non è un limite, ma una risorsa sia perché permette a chiunque di calcare le scene sia perché trasmette agli attori il senso di un lavoro epico, sempre teso alla rappresentazione simbolica dei grandi archetipi dell’immaginario collettivo. Venti Lucenti partecipa da anni al Festival del Dramma Antico di Siracusa e a scambi artistici teatrali e musicali con moltissime realtà europee e internazionali. (Sarajevo - Yerevan, Budapest, Varsavia, La Havana). Da oltre dieci anni si è specializzata in progetti di formazione legati alla musica lirica, collaborando con la Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino realizzando progetti di promozione dell’opera lirica, con l’Accademia di Santa Cecilia di Roma nell’allestimento di performance con giovani cantanti e orchestra, con il Teatro Massimo di Palermo, l’Orchestra della Toscana e il Teatro Coccia di Novara nella realizzazione di opere liriche e spettacoli musicali espressamente pensati per la promozione della cultura musicale e realizzati con i bambini.

Dal 2010 Venti Lucenti è associata a RESEO Network per la divulgazione dell’Opera lirica in Europa.
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I pensieri di alcuni bambini coinvolti nello spettacolo La Principessa Turandot, in scena 19/20 aprile 2015
Partecipare a quest'opera mi è piaciuto molto perché ho conosciuto persone di altre classi e mi sono riavvicinato ad altri compagni di classe, e poi, come dice il narratore: “Ogni uscita è un'entrata da un'altra parte”.
Quest'esperienza mi ha cambiato e mi ha fatto conoscere la vita del teatro.


Tommaso Gatti 1^ C Pier Lombardo

Quella di fare uno spettacolo al Coccia è stata proprio una bella idea, anche perché a me il teatro mi piace molto; faccio teatro nella mia scuola; ho uno zio che fa l'attore, ma non sono mai stato su un vero palcoscenico. Grazie al mio prof. ho realizzato il mio sogno.
Durante le prove non mi sentivo molto emozionato, ma quando ho fatto lo spettacolo lo ero molto. Sono stato molto contento e fiero di me quando tutti i miei parenti mi hanno fatto i complimenti. Mi è piaciuto molto e non dimenticherò mai questa avventura.


Francesco Bracco 1^ C Pier Lombardo

È stata un’esperienza bellissima! Mi sono divertita tanto, lo spettacolo è venuto benissimo!
Sono stata felice di far parte di questo spettacolo e lo rifarei altre centomila volte. È stato bello lavorare con gli attori e i cantanti.


Egisa Hasballa 5^B Ferrandi

Io facendo lo spettacolo “La principessa Turandot” mi sono emozionata tantissimo e di sicuro è stata una delle esperienze più belle di tutta la mia vita ma soprattutto la domenica quando sono venuti i miei parenti il cuore mi batteva a mille dalla felicità e dalla contentezza di essere stata sorteggiata e di aver potuto far parte di uno spettacolo così bello… ma quando sono salita sul palco non avevo proprio parole per descrivere quello che stava accadendo; dello spettacolo mi è piaciuto tutto a cominciare dagli attori e cantanti e per finire il costume e il trucco.
Di sicuro questa bellissima esperienza non mi ricapiterà mai perché alcune cose capitano una sola volta nella vita!!!


Mafalda Maggiora 5^A Ferrandi


È stato divertente per Ping, Pong, Pang. Non capivo quando cantava Turandot.
Forse farò l’attore foooorse!!! Mi è piaciuto lo scenario ma non il palco (troppe schegge)
Fa ridere, fa paura e c’è mistero.

Riccardo Badà 5^ Immacolata


La mia esperienza in teatro, sull’opera Turandot è stata la più bella esperienza su un palco. A dire il vero è stato un po’ faticoso, perché dovevamo sempre stare zitti e impegnarci, però alla fine abbiamo ottenuto un super risultato. Gli attori erano sia bravi a cantare e anche simpatici, soprattutto le maschere: Ping, Pong e Pang, durante l’opera mi hanno fatto morir dal ridere! In realtà loro si chiamavano: Niccolò, Chiara e Michele. Dopo questo spettacolo ho scoperto una parte di me che non conoscevo: l’amore per il teatro e per il canto. E come ha detto il narratore alla fine dell’opera, che il teatro è pieno di emozioni come la paura, l’amore e l’avventura. Quindi so che quando sarò grande oltre a fare il mio lavoro andrò a fare teatro. Questa esperienza è stata magnifica, mi rimarrà per sempre nel cuore.

Alice Nivola Di Bucci 5^ Immacolata


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