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Il ritorno de "Il Conte di Montecristo – Il musical"

Photo by Luana Belli
Nell’estate di Villa Doria Pamphilij a Roma è tornato in scena – ancora una volta nella versione concerto – Il Conte di Montecristo, musical scritto da Robert Steiner (che questa volta si ritaglia in il ruolo dell’ambizioso procuratore Villefort), con musiche ed orchestrazioni di Francesco Marchetti, tratto dal romanzo di Alexandre Dumas.
La serata fa parte del cosiddetto “trittico epico”, messo in scena da Steiner grazie al contributo di una compagnia di giovani artisti. Il progetto comprende “Canterville il musical”, tratto da Oscar Wilde, per la regia di Marco Simeoli e un nuovo musical in fase di scrittura) sulla figura di Maria Antonietta, sempre diretto da Simeoli. I tre spettacoli sono previsti in cartellone nella stagione invernale del Teatro Greco di Roma.


Il principale sostenitore del musical sul Conte di Montecristo, fin dalle sue origini, continua a essere Gino Landi, che ha diretto anche questa volta un affiatato cast di giovani performer, pronti a destreggiarsi tra una serie di “cubi” (la cui presenza sul palco non sempre è stata funzionale) alla scelta di utilizzare comunque videoproiezioni per raccontare la storia al pubblico e creare alcuni ambienti).



Il ruolo di Edmond Dantès passa da Steiner al giovane Manuel Bianco (già notato come cover di Mercuzio in Romeo e Giulietta – Ama e cambia il mondo): particolarmente “aulico” durante il primo atto nelle scene di disperazione e sofferenza, il suo personaggio si sviluppa soprattutto nel secondo atto, quando Montecristo mette in atto la propria vendetta nei confronti di coloro che lo hanno tradito: Danglars (un eccellente Paolo Gatti), Villefort e Fernando (vibrante l’ interpretazione eseguita da Luca Notari del brano “Una lunga notte”, che con un abile “colpo di mano” dell’autore del libretto fornisce una interpretazione alternativa del rapporto tra quest’ultimo e Mercedes).

Valentina De Paolis è una Mercedes dalle molte sfumature: a tratti eroina disneyana nel primo atto, più matura e consapevole del proprio ruolo sull’infelice destino che l’ha da sempre legata a Dantès, nel secondo atto.

Daniele Derogatis è un divertente e intraprendente Caderousse, davvero lontano da quella “gente mediocre” che cita in uno dei brani da lui interpretati. Ottima prova d’attrice per Annalisa Cucchiara nel ruolo della perfida Madame Villefort.

Menzione speciale per i due protagonisti più giovani, Davide Fienauri (non ancora diciassettenne), nei panni di Maximilien Morrel, e Myriam Mirso Somma in quelli di Valentine Villefort: entrambi molto intensi e coinvolgenti a livello interpretativo/vocale, in ogni scena che li ha visti protagonisti.

I “capricci” dell’impianto audio e i ringraziamenti finali eccessivamente dilatati non intaccano la convinzione che questo sia uno spettacolo meritevole. Se però si considera che gli autori ci lavorano dal 1998, è dunque comprensibile la necessità di uno sviluppo in una forma più completa per un prodotto che, nella sua versione-concerto, ha già dato al pubblico tutto quello che poteva dare.

Roberto Mazzone







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