Così fan tutte di Wolfgang Amadeus Mozart
venerdì 26, domenica 28 e lunedì 29 giugno 2015
Il Teatro Coccia di Novara si prepara alla trasfera a Spoleto per l’opera che inaugura uno dei più grandi appuntamenti internazionali di teatro, arte, musica e spettacolo, il Festival dei Due Mondi. Come annunciato durante la conferenza stampa di presentazone del festival, venerdì 8 maggio a Roma dal direttore artistico del Festival dei Due mondi Maestro Giorgio Ferrara, presieduta dal Ministro Dario Franceschini, alla presenza del Sindaco di Novara Andrea Ballarè e della direttrice del Teatro Coccia, Renata Rapetti, la 58a edizione del Festival dei Due Mondi debutterà venerdì 26 giugno alle 19.30 (replica domenica 28 e lunedì 29 giugno alle 15.30) al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti con un nuovo allestimento, prodotto con il Teatro Coccia di Novara: Così fan tutte di Mozart, su libretto di Lorenzo Da Ponte.
Il Teatro Coccia di Novara si prepara alla trasfera a Spoleto per l’opera che inaugura uno dei più grandi appuntamenti internazionali di teatro, arte, musica e spettacolo, il Festival dei Due Mondi. Come annunciato durante la conferenza stampa di presentazone del festival, venerdì 8 maggio a Roma dal direttore artistico del Festival dei Due mondi Maestro Giorgio Ferrara, presieduta dal Ministro Dario Franceschini, alla presenza del Sindaco di Novara Andrea Ballarè e della direttrice del Teatro Coccia, Renata Rapetti, la 58a edizione del Festival dei Due Mondi debutterà venerdì 26 giugno alle 19.30 (replica domenica 28 e lunedì 29 giugno alle 15.30) al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti con un nuovo allestimento, prodotto con il Teatro Coccia di Novara: Così fan tutte di Mozart, su libretto di Lorenzo Da Ponte.
La storia di una scommessa sulla fedeltà femminile, un’opera straordinariamente complessa sul senso dell’amore. L’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, fondata da Riccardo Muti, è condotta da James Conlon, direttore di fama internazionale, le scene e i costumi sono dei premi Oscar Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, la regia di Giorgio Ferrara, le luci di Daniele Nannuzzi.
Sull’opera
Così fan tutte, o sia La scola degli amanti, è la terza ed ultima delle tre cosiddette opere italiane scritte dal compositore salisburghese su libretto di Lorenzo da Ponte, dopo Le nozze di Figaro (1786) e Don Giovanni (1787). Ultima opera buffa di Mozart, fu commissionata dall’imperatore Giuseppe II in seguito al successo delle riprese viennesi di Don Giovanni (maggio 1788) e delle Nozze di Figaro (agosto-novembre 1789). La prima rappresentazione ebbe luogo al Burgtheater di Vienna il 26 gennaio 1790, quasi al termine di quello che verrà poi definito come il noto decennio d’oro del grande compositore austriaco, poco prima della sua morte. L’opera continua a piacere anche nel terzo millennio: il segreto della sua longevità è nella magia della musica mozartiana, nel raffinato gioco linguistico, nella storia arguta e intrigante di una scommessa pericolosa, raccontata con maestria dai versi di Lorenzo Da Ponte, che mette alla prova la saldezza dei sentimenti per rivelare tutta la fragilità dell’essere umano. Quest’opera, che è stata condannata come immorale dopo le prime rappresentazioni, è oggi considerata, da molti, come una fra le migliori opere di Mozart. Composta dai classici due atti, si snoda attraverso sedici scene nel primo atto e diciotto scene del secondo, raccontando la storia di una scommessa sulla fedeltà femminile: "E’ la fede delle femmine come l’Araba fenice: che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa!"
Al centro della vicenda, domina il tema amoroso e l’intreccio è di un’ammirevole geometria teatrale. Nella Napoli del XVIII secolo gli ufficiali Ferrando e Guglielmo scommettono con il cinico Don Alfonso che le loro fidanzate, le sorelle Fiordiligi e Dorabella, rimarranno loro fedeli. Don Alfonso vuole dimostrare che le ragazze sono, come tutte le altre, pronte al tradimento. Fiordiligi e Dorabella apprendono da Don Alfonso che i loro fidanzati stanno per partire, richiamati in guerra. Le due donne vengono convinte da Despina, pagata da Don Alfonso, ad accettare la corte di due albanesi che altri non sono che i loro fidanzati travestiti. Secondo il piano concordato con Don Alfonso, i finti albanesi corteggiano le dame, ma Guglielmo si rivolge a Dorabella e Ferrando a Fiordiligi, scambiandosi i ruoli e mettendo alla prova la fedeltà delle fidanzate. Sulle prime, l’atteggiamento virtuoso delle ragazze desta il compiacimento degli ufficiali, ma dopo tante lusinghe, le sorelle, ormai attratte dai due albanesi, cedono accettando di sposarli. Nel bel mezzo del banchetto nuziale viene annunciato il ritorno degli ufficiali. Gli albanesi si eclissano e al loro posto tornano i fidanzati delusi. Guglielmo e Ferrando svelano l’intrigo e alle ingannate e ingannatrici, Don Alfonso riassume la morale della vicenda: alla scuola degli amanti il disinganno può solo portare saggezza. Si celebrino dunque le nozze: Fiordiligi con Guglielmo, Ferrando con Dorabella.
L’amore femminile è superficiale, dunque, ma è anche vero che Ferrando e Guglielmo - gettando i rispettivi travestimenti - sconfiggono il filosofo e perdonano le loro fidanzate. Le virtù dell’amore trionfano col ricomporsi delle coppie così come esse erano in origine. Né il cinismo del vecchio Don Alfonso né le malizie femminili della sua complice, la serva Despina, riescono a snaturare la passione amorosa, che ha subìto una semplice prova, vittoriosamente superata. In altre parole, l’amore è intangibile e inattaccabile dagli assalti che subisce tanto dal razionalismo filosofico quanto dai vizi mondani e se il valore dell’amore sta più nel perdono dei maschi che nell’umana debolezza delle donne, ciò corrisponde perfettamente al maschilismo corrente dell’epoca.
Sull’opera
Così fan tutte, o sia La scola degli amanti, è la terza ed ultima delle tre cosiddette opere italiane scritte dal compositore salisburghese su libretto di Lorenzo da Ponte, dopo Le nozze di Figaro (1786) e Don Giovanni (1787). Ultima opera buffa di Mozart, fu commissionata dall’imperatore Giuseppe II in seguito al successo delle riprese viennesi di Don Giovanni (maggio 1788) e delle Nozze di Figaro (agosto-novembre 1789). La prima rappresentazione ebbe luogo al Burgtheater di Vienna il 26 gennaio 1790, quasi al termine di quello che verrà poi definito come il noto decennio d’oro del grande compositore austriaco, poco prima della sua morte. L’opera continua a piacere anche nel terzo millennio: il segreto della sua longevità è nella magia della musica mozartiana, nel raffinato gioco linguistico, nella storia arguta e intrigante di una scommessa pericolosa, raccontata con maestria dai versi di Lorenzo Da Ponte, che mette alla prova la saldezza dei sentimenti per rivelare tutta la fragilità dell’essere umano. Quest’opera, che è stata condannata come immorale dopo le prime rappresentazioni, è oggi considerata, da molti, come una fra le migliori opere di Mozart. Composta dai classici due atti, si snoda attraverso sedici scene nel primo atto e diciotto scene del secondo, raccontando la storia di una scommessa sulla fedeltà femminile: "E’ la fede delle femmine come l’Araba fenice: che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa!"
Al centro della vicenda, domina il tema amoroso e l’intreccio è di un’ammirevole geometria teatrale. Nella Napoli del XVIII secolo gli ufficiali Ferrando e Guglielmo scommettono con il cinico Don Alfonso che le loro fidanzate, le sorelle Fiordiligi e Dorabella, rimarranno loro fedeli. Don Alfonso vuole dimostrare che le ragazze sono, come tutte le altre, pronte al tradimento. Fiordiligi e Dorabella apprendono da Don Alfonso che i loro fidanzati stanno per partire, richiamati in guerra. Le due donne vengono convinte da Despina, pagata da Don Alfonso, ad accettare la corte di due albanesi che altri non sono che i loro fidanzati travestiti. Secondo il piano concordato con Don Alfonso, i finti albanesi corteggiano le dame, ma Guglielmo si rivolge a Dorabella e Ferrando a Fiordiligi, scambiandosi i ruoli e mettendo alla prova la fedeltà delle fidanzate. Sulle prime, l’atteggiamento virtuoso delle ragazze desta il compiacimento degli ufficiali, ma dopo tante lusinghe, le sorelle, ormai attratte dai due albanesi, cedono accettando di sposarli. Nel bel mezzo del banchetto nuziale viene annunciato il ritorno degli ufficiali. Gli albanesi si eclissano e al loro posto tornano i fidanzati delusi. Guglielmo e Ferrando svelano l’intrigo e alle ingannate e ingannatrici, Don Alfonso riassume la morale della vicenda: alla scuola degli amanti il disinganno può solo portare saggezza. Si celebrino dunque le nozze: Fiordiligi con Guglielmo, Ferrando con Dorabella.
L’amore femminile è superficiale, dunque, ma è anche vero che Ferrando e Guglielmo - gettando i rispettivi travestimenti - sconfiggono il filosofo e perdonano le loro fidanzate. Le virtù dell’amore trionfano col ricomporsi delle coppie così come esse erano in origine. Né il cinismo del vecchio Don Alfonso né le malizie femminili della sua complice, la serva Despina, riescono a snaturare la passione amorosa, che ha subìto una semplice prova, vittoriosamente superata. In altre parole, l’amore è intangibile e inattaccabile dagli assalti che subisce tanto dal razionalismo filosofico quanto dai vizi mondani e se il valore dell’amore sta più nel perdono dei maschi che nell’umana debolezza delle donne, ciò corrisponde perfettamente al maschilismo corrente dell’epoca.
Wolfgang Amadeus Mozart
COSÌ FAN TUTTE
o sia "La scola degli amanti"
dramma giocoso in due atti KV 588
libretto Lorenzo da Ponte
musica Wolfgang Amadeus Mozart
prima rappresentazione assoluta: Vienna, Burgtheater, 26 gennaio 1790
personaggi e interpreti
Fiordiligi Francesca Dotto
Dorabella Ruxandra Donose
Guglielmo Rodion Pogossov
Ferrando Joel Prieto
Despina Marie McLaughlin
Don Alfonso Maurizio Muraro
direttore James Conlon
regia Giorgio Ferrara
scenografia e costumi Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo
luci Daniele Nannuzzi
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
International Opera Choir
maestro del coro Gea Garatti
nuova produzione
Spoleto58 Festival dei 2Mondi, Fondazione Teatro Coccia di Novara
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti - Spoleto
26 GIUGNO 19:30
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28 GIUGNO 15:30
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29 GIUGNO 15:30
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BIGLIETTI
prima
platea I settore € 160,00
platea II settore € 130,00
palchi platea e I ordine centrali € 110,00
palchi platea e I ordine laterali € 90,00
palchi II e III ordine centrali € 90,00
palchi II e III ordine laterali € 70,00
loggione € 50,00
repliche
platea I settore € 90,00
platea II settore € 75,00
palchi platea e I ordine centrali € 65,00
palchi platea e I ordine laterali € 50,00
palchi II e III ordine centrali € 50,00
palchi II e III ordine laterali € 40,00
loggione € 25,00
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