dal 21 al 26 Aprile 2014
Teatro L'Aura
I SETTE RE DI ROMA
di Luigi Magni
musiche di Nicola Piovani
regia di Andrea Antonelli
con
Stefania Ranieri, Monica Cecchi, Andrea Antonelli, Fabrizio Simoni, Anna Caterina Marino, Alessandro Neumann, Fabrizio Morini, Marino di Crasto, Claudia Antonelli, Alessandro Serra e Gabriela Vila
“I sette Re di Roma” è uno spettacolo teatrale di Luigi Magni, rappresentato con successo dal 1989 per diverse stagioni al Teatro Sistina di Roma con protagonista Gigi Proietti, che in scena ha interpretato diversi personaggi.
di Luigi Magni
musiche di Nicola Piovani
regia di Andrea Antonelli
con
Stefania Ranieri, Monica Cecchi, Andrea Antonelli, Fabrizio Simoni, Anna Caterina Marino, Alessandro Neumann, Fabrizio Morini, Marino di Crasto, Claudia Antonelli, Alessandro Serra e Gabriela Vila
“I sette Re di Roma” è uno spettacolo teatrale di Luigi Magni, rappresentato con successo dal 1989 per diverse stagioni al Teatro Sistina di Roma con protagonista Gigi Proietti, che in scena ha interpretato diversi personaggi.
Musiche di Nicola Piovani, regia di Pietro Garinei.
Questa “leggenda musicale” in costume, in due atti e venticinque quadri per circa due ore e mezza di spettacolo, racconta i primi 244 anni della storia di Roma, dalla sua fondazione – quando i sacri colli erano abitati da figure fantastiche – fino all’ultimo dei sette Re.
Si parte da Romolo , che singhiozza al pubblico “ho ammazzatto mi’ fratello” e si passa al vecchio Numa Pompilio, innamorato della Ninfa Egeria (“C’ho l’anni der cucco, me scrocchiano l’ossa, so vecchio bacucco,sto in pizzo alla fossa”). Poi Tullo Ostilio, terzo Re, “bellicoso per definizione”, che dichiara guerra a tutti (Orazi e Curazi inclusi), quindi Anco Marzio, il sabino, che come tale parla reatino, L’etrusco Lucumone che
diventa Tarquinio Prisco (“Vuoi mette Roma co’ Cerveteri?”), per poi seguire con Servio Tullio ed il terribile Tarquinio il Superbo (“Ma perché poi superbo?”).
Tanti anche i personaggi di contorno, dal dio Tiberino ad Enea (che appena approda in scena deve andarsene), Fauno Luperco (“divinità silvana e boschereccia”, che esordisce con un fulminante “so’ bbrutto, eh?), il padre degli Orazi, Bruto Minore, fondatore della Repubblica, tutti interpretati, in questa versione riadattata con grande abilità, dall’attore e regista Andrea Antonelli assieme a tutto il suo cast.
Questa “leggenda musicale” in costume, in due atti e venticinque quadri per circa due ore e mezza di spettacolo, racconta i primi 244 anni della storia di Roma, dalla sua fondazione – quando i sacri colli erano abitati da figure fantastiche – fino all’ultimo dei sette Re.
Si parte da Romolo , che singhiozza al pubblico “ho ammazzatto mi’ fratello” e si passa al vecchio Numa Pompilio, innamorato della Ninfa Egeria (“C’ho l’anni der cucco, me scrocchiano l’ossa, so vecchio bacucco,sto in pizzo alla fossa”). Poi Tullo Ostilio, terzo Re, “bellicoso per definizione”, che dichiara guerra a tutti (Orazi e Curazi inclusi), quindi Anco Marzio, il sabino, che come tale parla reatino, L’etrusco Lucumone che
diventa Tarquinio Prisco (“Vuoi mette Roma co’ Cerveteri?”), per poi seguire con Servio Tullio ed il terribile Tarquinio il Superbo (“Ma perché poi superbo?”).
Tanti anche i personaggi di contorno, dal dio Tiberino ad Enea (che appena approda in scena deve andarsene), Fauno Luperco (“divinità silvana e boschereccia”, che esordisce con un fulminante “so’ bbrutto, eh?), il padre degli Orazi, Bruto Minore, fondatore della Repubblica, tutti interpretati, in questa versione riadattata con grande abilità, dall’attore e regista Andrea Antonelli assieme a tutto il suo cast.
Tra gli altri personaggi troviamo Acca Larentia, Egeria, Ersilia, Giano bifronte, Lucrezia, Mezio Fufezio, Ocrisia, Orazia, Tanaquila, Tarpea e Lavinia… e poi contadini, senatori, il popolo di Roma.
Naturalmente, com’è nella tradizione di Magni, non mancano allusioni sempre attuali alla realtà contemporanea affrontate sempre con quell’ironia tipica romana e senza mai scendere in volgarità gratuite.
Le canzoni, molte e tutte bellissime sono rigorosamente cantate dal vivo rispettando le partiture e tonalità originali, coinvolgono gli spettatori nello svolgimento della storia e li rendono così consapevoli, divertendosi, della grandiosità dei nostri avi sin dal principio, proprio il 21 aprile come 28 secoli fa.
http://www.regisassociazioneculturale.it/
dal 21 al 26 aprile 2015
dal martedì al venerdì ore 21,00
sabato e domenica ore 17.00
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