Teatro San Babila e Fama Fantasma Srl presentano
dal 20 al 29 MARZO
TEATRO SAN BABILA
MASSIMO DAPPORTO SUSANNA MARCOMENI BLAS ROCA REY
LADRO DI RAZZA
scritto da Gianni Clementi
regia di Marco Mattolini
Siamo a Roma, è il 16 ottobre del 1943. Un giorno che ancora oggi fa rivivere l'orrore e il lutto per il rastrellamento degli ebrei nel ghetto di Roma da parte dei nazisti.
È il tema di fondo di "Ladro di razza", la commedia di Gianni Clementi che vede protagonisti Massimo Dapporto, Susanna Marcomeni e Blas Roca Rey,
Produzione di Teatro San Babila e Fama Fantasma Srl.
Roma 1943. Un modesto ladro e truffatore, Tito, abituato a inventarsi la vita, esce dal carcere, dopo aver scontato l’ennesima pena. Non può tornare a casa dei suoi, perché sulle sue tracce c’è un usuraio, noto per la sua crudeltà. Decide quindi di rifugiarsi nella catapecchia di Oreste, suo amico d’infanzia, che lavora come operaio nelle fornaci di Valle Aurelia. Tito deve assolutamente trovare al più presto dei soldi, per placare l’ira del “cravattaro”. Conosce casualmente una ricca zitella ebrea, Rachele, che vive da sola in un appartamento lussuoso del ghetto. Sarà lei la sua vittima. Tito la corteggia e, dopo un’estenuante resistenza della donna, riesce finalmente ad entrare nelle sue grazie. Ormai è di casa e pronto per il furto, in cui coinvolge anche l’amico fornaciaro. E’ l’alba del 16 ottobre 1943, il momento del rastrellamento degli ebrei nel ghetto di Roma da parte dei nazisti. In questa storia, mai il detto “Al posto sbagliato nel momento sbagliato” fu più puntuale. Ma il piccolo uomo Tito, opportunista e vigliacco, catapultato di colpo in un episodio storico dirompente, scoprirà in sé un inaspettato coraggio che gli consentirà un grande riscatto. “Ladro di razza” si ispira alla grande tradizione del cinema neorealista, indagando in chiave di tragicommedia un momento della nostra Storia. Momenti di trascinante comicità si alternano a parentesi di riflessione e commozione, regalando allo spettatore 3 personaggi da ricordare. Tito, Oreste e Rachele, infatti, protagonisti di questa piccola, minuscola e, per certi versi, ridicola storia diventano il tramite per raccontare un’Italia in guerra, una Roma allo stremo, ma ancora capace di sussulti d’orgoglio. Ladro di razza è una storia di ingenuità e fame, di illusioni e inganni, di risate e lacrime, quando le parole onore, compassione e orgoglio avevano ancora un significato.
“E’ importante mettere in scena questo testo con un allestimento e un cast totalmente nuovi a tre anni di distanza dalla sua breve uscita sulla scena romana, perché riferendosi ad un momento ormai lontano ci fa riflettere sul presente più attuale, sull’estraneità delle persone rispetto ai grandi fatti della storia e della politica, sulla profonda incidenza dell’incertezza economica e sociale sulle scelte morali delle persone, sull’eterno confronto fra l’adeguarsi allo status quo, alla situazione dominante per quanto sinistra e inaccettabile si percepisca e la tentazione/coraggio di ribellarsi. Un certo clima del testo che si immerge nell’immaginario del neorealismo cinematografico italiano del dopoguerra fa da prisma per sottolineare il valore emblematico della vicenda e la sua attualità. Scene e costumi citeranno quindi quel mondo evidenziandone affettuosamente l’appartenenza ad un immaginario collettivo che è divenuto proprio di tante generazioni successive, fino alle più recenti. La musica costruita alla “manière de” i grandi temi di commento del cinema di quegli anni e della cultura popolare delle canzonette dell’epoca, sottolineerà l’impostazione antinaturalista nel senso più profondo e non elitario del termine. Il cast che mette insieme per la prima volta attori di provenienza diversa, ma tutti romani non solo in termini anagrafici, li fa cimentare con la bella lingua popolare romana (e non romanesca, per carità!) reinventata da Clementi, con la capacità, la leggerezza, la profondità che gli ha fatto conquistare in pochi anni palcoscenici e pubblici molto lontani da quelli della capitale, in Italia e all’estero”.
Marco Mattolini
Spettacoli stagione di prosa
Martedì - Giovedì - Venerdì - Sabato ore 20.30
Mercoledì - Domenica ore 15.30
Biglietti da euro 22 a euro 27,50
Teatro San Babila
Corso Venezia, 2/A - 20121 Milano
Biglietteria: 02 798010
info@teatrosanbabilamilano.it
www.teatrosanbabilamilano.it
PARCHEGGIO CONVENZIONATO
BEST IN PARKING
PIAZZA MEDA, 2/A – 20121 Milano
Tariffa forfait di € 5,00 nella fascia serale dalle ore 19.30 alle 01
Fascia pomeridiana dalle 14.30 alle 18.30
dal 20 al 29 MARZO
TEATRO SAN BABILA
MASSIMO DAPPORTO SUSANNA MARCOMENI BLAS ROCA REY
LADRO DI RAZZA
scritto da Gianni Clementi
regia di Marco Mattolini
Siamo a Roma, è il 16 ottobre del 1943. Un giorno che ancora oggi fa rivivere l'orrore e il lutto per il rastrellamento degli ebrei nel ghetto di Roma da parte dei nazisti.
È il tema di fondo di "Ladro di razza", la commedia di Gianni Clementi che vede protagonisti Massimo Dapporto, Susanna Marcomeni e Blas Roca Rey,
Produzione di Teatro San Babila e Fama Fantasma Srl.
Roma 1943. Un modesto ladro e truffatore, Tito, abituato a inventarsi la vita, esce dal carcere, dopo aver scontato l’ennesima pena. Non può tornare a casa dei suoi, perché sulle sue tracce c’è un usuraio, noto per la sua crudeltà. Decide quindi di rifugiarsi nella catapecchia di Oreste, suo amico d’infanzia, che lavora come operaio nelle fornaci di Valle Aurelia. Tito deve assolutamente trovare al più presto dei soldi, per placare l’ira del “cravattaro”. Conosce casualmente una ricca zitella ebrea, Rachele, che vive da sola in un appartamento lussuoso del ghetto. Sarà lei la sua vittima. Tito la corteggia e, dopo un’estenuante resistenza della donna, riesce finalmente ad entrare nelle sue grazie. Ormai è di casa e pronto per il furto, in cui coinvolge anche l’amico fornaciaro. E’ l’alba del 16 ottobre 1943, il momento del rastrellamento degli ebrei nel ghetto di Roma da parte dei nazisti. In questa storia, mai il detto “Al posto sbagliato nel momento sbagliato” fu più puntuale. Ma il piccolo uomo Tito, opportunista e vigliacco, catapultato di colpo in un episodio storico dirompente, scoprirà in sé un inaspettato coraggio che gli consentirà un grande riscatto. “Ladro di razza” si ispira alla grande tradizione del cinema neorealista, indagando in chiave di tragicommedia un momento della nostra Storia. Momenti di trascinante comicità si alternano a parentesi di riflessione e commozione, regalando allo spettatore 3 personaggi da ricordare. Tito, Oreste e Rachele, infatti, protagonisti di questa piccola, minuscola e, per certi versi, ridicola storia diventano il tramite per raccontare un’Italia in guerra, una Roma allo stremo, ma ancora capace di sussulti d’orgoglio. Ladro di razza è una storia di ingenuità e fame, di illusioni e inganni, di risate e lacrime, quando le parole onore, compassione e orgoglio avevano ancora un significato.
“E’ importante mettere in scena questo testo con un allestimento e un cast totalmente nuovi a tre anni di distanza dalla sua breve uscita sulla scena romana, perché riferendosi ad un momento ormai lontano ci fa riflettere sul presente più attuale, sull’estraneità delle persone rispetto ai grandi fatti della storia e della politica, sulla profonda incidenza dell’incertezza economica e sociale sulle scelte morali delle persone, sull’eterno confronto fra l’adeguarsi allo status quo, alla situazione dominante per quanto sinistra e inaccettabile si percepisca e la tentazione/coraggio di ribellarsi. Un certo clima del testo che si immerge nell’immaginario del neorealismo cinematografico italiano del dopoguerra fa da prisma per sottolineare il valore emblematico della vicenda e la sua attualità. Scene e costumi citeranno quindi quel mondo evidenziandone affettuosamente l’appartenenza ad un immaginario collettivo che è divenuto proprio di tante generazioni successive, fino alle più recenti. La musica costruita alla “manière de” i grandi temi di commento del cinema di quegli anni e della cultura popolare delle canzonette dell’epoca, sottolineerà l’impostazione antinaturalista nel senso più profondo e non elitario del termine. Il cast che mette insieme per la prima volta attori di provenienza diversa, ma tutti romani non solo in termini anagrafici, li fa cimentare con la bella lingua popolare romana (e non romanesca, per carità!) reinventata da Clementi, con la capacità, la leggerezza, la profondità che gli ha fatto conquistare in pochi anni palcoscenici e pubblici molto lontani da quelli della capitale, in Italia e all’estero”.
Marco Mattolini
Spettacoli stagione di prosa
Martedì - Giovedì - Venerdì - Sabato ore 20.30
Mercoledì - Domenica ore 15.30
Biglietti da euro 22 a euro 27,50
Teatro San Babila
Corso Venezia, 2/A - 20121 Milano
Biglietteria: 02 798010
info@teatrosanbabilamilano.it
www.teatrosanbabilamilano.it
PARCHEGGIO CONVENZIONATO
BEST IN PARKING
PIAZZA MEDA, 2/A – 20121 Milano
Tariffa forfait di € 5,00 nella fascia serale dalle ore 19.30 alle 01
Fascia pomeridiana dalle 14.30 alle 18.30
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