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Terzo appuntamento con "Aperitivo in concerto" con le nuove stelle del pianoforte jazz.


Domenica 16 novembre, alle ore 11.00, presso il Teatro Manzoni (via Manzoni, 42 – Milano), per il terzo appuntamento della XXX Edizione di “Aperitivo in Concerto”, sono di scena in prima italiana due nuove stelle del pianoforte jazz: Jason Moran e Robert Glasper. 



Il loro concerto si preannuncia come un’appassionante esplorazione della grande storia del jazz partendo dall’espressività contemporanea: sia Jason Moran che Robert Glasper sono, infatti, profondi conoscitori delle vicende stilistiche della musica afro-americana e nel contempo attenti a recepire gli stimoli e gli umori del presente. Il primo si è affermato con un approccio estremamente innovativo e avventuroso, ma in cui il rapporto con la tradizione del piano jazz, da Fats Waller a James P. Johnson, è imprescindibile; il secondo ha raggiunto il successo con uno sperimentale connubio fra hip hop, blues, soul e jazz che gli ha permesso di vincere un Grammy Award. Con tali capacità, i due artisti si uniscono per dare vita ad un’affascinante rilettura del passato, con risultati che sono certamente spettacolari ma, ancora di più, sanno offrire una visione della propria tradizione interamente rivolta al futuro. Tutto ciò attraverso trascinanti brani originali e personali interpretazioni di pagine di Albert Ammons, Andrew Hill, Thelonious Monk, Ornette Coleman, Herbie Hancock, in una sofisticata rivisitazione della tradizione del pianismo stride.



JASON MORAN

Nato a Houston, Texas, il 21 gennaio 1975, Jason Moran si è avvicinato alla musica grazie ai genitori che lo hanno spronato ad appassionarsi anche al mondo dell’arte, interesse che ha poi continuato a coltivare. Agli studi classici ha abbinato l’ascolto dei dischi della Motown, del jazz e dell’hip hop. Scelta quindi la strada del jazz, ha avuto come maestri illustri pianisti quali Jaki Byard, Muhal Richard Abrams e Andrew Hill. Nel 1997 Jason Morano è entrato a far parte del gruppo del sassofonista Greg Osby: due anni dopo firmerà per lo storico marchio Blue Note il suo debutto nelle vesti di leader, Soundtrack To Human Motion, registrato insieme allo stesso Greg Osby, al vibrafonista Stefon Harris, al bassista Lonnie Plaxico e al batterista Eric Harland. Il successivo Facing Left sancirà l’esordio del trio che di lì a poco prenderà il nome di Bandwagon, con Tarus Mateen al contrabbasso e Nasheet Waits alla batteria; trio tuttora in attività, a quasi quindici anni dalla sua costituzione. L’inizio del nuovo millennio ha poi regalato a Jason Moran meritata popolarità e nuove collaborazioni: oltre che con Greg Osby, ha l’opportunità di suonare con una delle icone del post-free degli anni Settanta, il polistrumentista Sam Rivers, presente come ospite nel secondo album del trio Bandwagon, Black Stars (2001). Un’altra partnership di assoluto rilievo sarà più avanti quella con Charles Lloyd, con cui Moran inciderà diversi album, fra i quali Hagar’s Song (2012), nel quale il pianista dialoga con i sassofoni e i flauti dell’illustre compagno di avventura. Tra gli album registrati da Moran a proprio nome ci sono anche il piano solo Modernistic (2002), Ten (2010), nel quale rende omaggio a Jimi Hendrix (“Feedback Pt.2”) e riprende composizioni di Thelonious Monk, Andrew Hill, Leonard Bernstein, Jaki Byard, Conlon Nancarrow e Bert Williams. Nel recente ALL Rise: A Joyful Elegy for Fats Waller si tuffa invece nel mondo di uno dei più grandi pianisti e entertainer del jazz avvalendosi di vari contributi, da Steve Lehman a Meshell Ndgeocello.

Jason Moran è anche molto attivo sul fronte della didattica musicale (New England Conservatory of Music, Manhattan School of Music) e attualmente è Direttore Artistico del settore jazz del Kennedy Center.



ROBERT GLASPER

Vincitore nel 2013 di un Grammy Award con l’album Black Radio, votato come miglior disco di R&B, Robert Glasper è anch’egli originario di Houston, dove è nato il 5 aprile 1978. Le prime influenze musicali sono pervenute dalla madre, cantante professionista di blues e jazz, che ha invitato il figlio a suonare durante cerimonie religiose, aprendolo così anche all’influsso del gospel. Dopo aver studiato in Texas, Robert Glasper si è iscritto alla New School for Jazz and Contemporary Music di New York, dove ha fatto conoscenza del cantante soul Brial Oliver, con il quale ha collaborato sia in studio di registrazione che in palcoscenico.

Nel 2004 Robert Glasper ha registrato il suo primo album, Mood, per l’etichetta spagnola Fresh Sound: un biglietto da visita che gli consentirà di farsi conoscere nel mondo del jazz che conta e di entrare nella scuderia della Blue Note, etichetta per la quale inciderà Canvas, passo decisivo verso l’affermazione internazionale e nel quale suona anche il Fender Rhodes. In Canvas c’è la “cover” di “Riot” di Herbie Hancock, di cui Glasper riprenderà anche la famosissima “Mayden Voyage” (già incisa in Mood) nel successivo in My Element (2006). In Double-Booked del 2009 Glasper si produrrà in una duplice dimensione: da una parte con un trio acustico, dall’altra in un contesto elettrico, usando anche il vocoder nella versione di un’altra celebre composizione di Hancock, “Butterfly”. In Double-Booked figurano, fra gli altri, Questlove, batterista dei Roots, Brial Oliver e il rapper Mos Def, che per la sua performance in “All Matter” riceverà una nomination ai Grammy del 2010. Fitto di ospiti sarà anche Black Radio: Erikha Badu, Meshell Ndegeocello, Lalah Hathaway, Yasin Bay e lo stesso Bilal. L’album, che si chiude con una rilettura di “Smells Like Teen Spirit” dei Nirvana, fonde in modo sapiente jazz, soul e hip hop e sarà poi pubblicato anche in edizione remix.

Robert Glasper ha, peraltro, vasta esperienza in tutto il campo della musica nera, avendo all’attivo collaborazioni con altri esponenti dell’hip e dell’R&B come Q Tip, Kanye West, Jay-Z e Common. In ambito più squisitamente jazzistico ha invece suonato accanto al chitarrista Russell Malone e ai trombettisti Terence Blanchard e Roy Hargrove.


www.aperitivoinconcerto.com 

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