Quattro anni di Vicolo Cechov. L'Accademia Nazionale di Improvvisazione Teatrale con sede a Civitavecchia e in tournée in tutta Italia con gli spettacoli teatrali improvvisati e con le opere fotografiche delle prestigiose Officine Cechov, festeggia il suo quarto compleanno. Lo fa nel migliore dei modi, portando alto il nome di Civitavecchia su RaiUno nella sfida tra i migliori improvvisatori italiani e portando in scena due spettacoli: il primo venerdì 21 Novembre al Teatro Nuovo Sala Gassman di Civitavecchia. In scena il format "Improa(b)braccio", sfida tra Improvvisatori e Poeti a braccio; il secondo nelle Marche, dove saranno in scena i "JAMmangiati", cuochi improvvisati che "cucineranno" il menù scelto dal pubblico.
In questi mesi vi ho parlato spesso di loro. Vi racconto la loro storia...L'Associazione Culturale "Vicolo Cechov" nasce nel 2011 dal sodalizio artistico di Roberto Rotondo e Fabio Astolfi, attori professionisti e improvvisatori, che da alcuni anni perseguivano l'idea di creare anche a Civitavecchia, una struttura qualificata, unica nel suo genere, preposta allo studio e alla pratica dell'improvvisazione teatrale e del suo format denominato "Imprò", del teatro in ogni sua derivazione, nonchè struttura aperta alla contaminazione con ogni tipo di fermento artistico. Grazie all'ausilio, per la docenza, di attori e improvvisatori professionisti a livello nazionale ed internazionale e, grazie all'affiliazione con l'Associazione Nazionale di improvvisazione teatrale "ImproTeatro", "Vicolo Cechov" diviene Scuola Nazionale di Improvvisazione Teatrale, deputata all'insegnamento e alla divulgazione di questa alta disciplina artistica e, si fregia di porre Civitavecchia, unitamente alle altre grandi città italiane, tra le 25 Scuole Nazionali di Improvvisazione teatrale presenti nel territorio italiano e tra le 60 Scuole presenti in tutto il mondo. "Vicolo Cechov" e la sua Scuola Nazionale di Improvvisazione Teatrale, al suo secondo anno di attività a Civitavecchia, conta numerosi Soci/Allievi iscritti che vengono adeguatamente preparati alla pratica dell'Improvvisazione Teatrale, seguendo con cadenza settimanale il percorso didattico/formativo di durata triennale, partecipando ai vari stages formativi organizzati dall'associazione, nonchè partecipando ai Raduni Nazionali con le Scuole di tutta Italia.
La scuola nazionale d’improvvisazione teatrale si sviluppa come corso triennale, con l’obbiettivo finale, non solo di formare attori improvvisatori, che siano in grado di partecipare a spettacoli, eventi, animazioni basati sull’improvvisazione teatrale, ma anche di fornire quegli strumenti che rendano l’allievo/attore più consapevole della propria presenza scenica, delle proprie scelte e delle proprie emozioni.
Negli incontri settimanali nei tre anni di corso, si affronteranno tutti gli aspetti didattici fondamentali come:
• Ricerca della spontaneità. Tecniche di base dell’improvvisazione teatrale che stimolino l’ascolto, la creatività, la capacità di comunicare e di interagire con gli altri. Presenza scenica. Costruzione di storie. Schemi per monologhi e improvvisazione collettive.
• Creazione del personaggio. Drammaturgia attoriale. Approfondimento di tecniche teatrali. Studio di categorie. Approccio ai maggiori format di improvvisazione teatrale promossi dall’associazione nazionale.
Dopo la scuola (l’Officina Creativa) ogni associazione affiliata ad Improteatro può offrire sia a livello amatoriale che professionistico dei percorsi formativi e progetti legati a produzioni di spettacoli per coloro che avranno terminato il triennio di base.
IMPRO' E SPETTACOLI DI TEATRO D' IMPROVVISAZIONE
Imprò è il grande spettacolo di Improvvisazione Teatrale più rappresentato in Italia, che riunisce in sé il meglio dei più celebri format di improvvisazione internazionali.
Imprò si basa sul concetto della sfida teatrale, ma vi aggiunge molta più spettacolarità, una cornice frizzante e divertente e massima interazione con il pubblico.
Ogni volta 2 squadre (compagnie) di improvvisatori cercheranno di aggiudicarsi il punteggio maggiore e quindi la vittoria, improvvisando su temi, generi teatrali e “games” suggeriti dal pubblico.
Un giudice di gara (notaio) aggiungerà delle limitazioni e/o difficoltà.
Le improvvisazioni possono essere di più tipi: miste, sfide, jocker e short.
La scenografia è ridotta all’essenziale: sul palco sono presenti alcuni cubi che gli attori possono utilizzare per dare vita ad oggetti, ambienti ed elementi scenici.
Nello spettacolo sono inoltre presenti altri due personaggi: un presentatore che sostiene il ritmo dello spettacolo e un musicista che accompagna le scene improvvisando insieme agli attori.
La lunghezza di ogni improvvisazione può o meno essere determinata dal giudice prima dell’inizio oppure durante l’improvvisazione stessa.
Alla fine di ogni improvvisazione il pubblico assegnerà 1, 3 o 5 punti ad ogni squadra, con appositi cartoncini.
Nessuna squadra potrà cantare vittoria fino all’ultima improvvisazione perché il giudice di gara potrà infliggere delle penalità da 1 o 2 punti per condotta di gara scorretta e se la penalità è personale, l’improvvisatore sarà interdetto dalla scena per tutta la durata dell’improvvisazione successiva.
Il format IMPRO è rilasciato nei termini della licenza Creative Commons Attribuzione – NonCommerciale – CondividiAlloStessoModo 2.5 Italia
Questo significa che può essere liberamente riprodotto, distribuito, rappresentato, recitato gratuitamente, purchè ne si attribuisca la paternità a Improteatro, non sia utilizzato per scopi commerciali e venga condiviso con la stessa licenza.
Catch Imprò è un format che arriva dalla Francia, dalla fantasia di Inédit Théâtre. Due attori contro due, un master crudele che propone giochi di improvvisazione oltre ogni limite, con la complicità del pubblico.
Lo scenario è quello di uno scherzoso Wrestling: scenografia e presentazioni ad hoc, stacchi musicali carichi di energia, sfide esasperate, tensione altissima. Questo è Catch Imprò: energia, imprevedibilità, coinvolgimento del pubblico per il format che è decisamente diventato un conclamato successo
La Long Form è una forma di spettacolo costituito da scene correlate fra loro da trama, personaggi o temi che prevedono la costruzione di storie improvvisate di ampio respiro.
Non esistono copioni o canovacci: di solito vengono chiesti al pubblico uno o più suggerimenti o input che aiuteranno a sviluppare la performance che può prendere la forma di un tipo specifico di teatro o stile cinematografico, o ricalcare lo stile di un particolare autore, o genere letterario. Le scene possono essere completamente scollegate fra di loro con l'eccezione di un singolo elemento di contatto.
Alcune long form seguono uno schema strettamente narrativo mentre altre si focalizzano sullo sviluppo del personaggio, sull'esplorazione delle relazioni, o sull'estrapolazione di temi e idee.
Gli attori presentano in scena, all’inizio dello spettacolo, numerose “micro-improvvisazioni” legate al suggerimento proposto, ed alcune di queste saranno scelte come temi ed elementi delle storie successive che si svilupperanno durante la performance.Le diverse storie improvvisate, che vivono in parallelo ed indipendenti tra loro, contengono quindi elementi comuni, perché nate dal medesimo spunto: per gli spettatori risulterà interessante e piacevole riconoscerli e trovare i legami tra le varie situazioni.
Durante la Long Form le varie storie si alternano, inseguendosi ed intersecandosi, in una varietà di ritmi e di linguaggi, accompagnate da musiche seguite dal vivo e rigorosamente improvvisate.
Nello spettacolo possono coesistere situazioni comiche e drammatiche in una continua mescolanza di stili. Caratteristiche forti del lavoro sono, infatti, l’utilizzo e l’associazione di differenti linguaggi teatrali, dal naturalistico, all’onirico, al poetico, al cantato, all’espressione corporea.
La struttura più conosciuta è "Harold".
Harold nasce tanti anni fa in un piccolo teatro di Chicago. Nell’arco di più di venti anni questo spettacolo di improvvisazione dal format essenziale, è rimasto immutato in tutta la sua freschezza. Una parola suggerita dal pubblico innesca una serie di scene teatrali, immagini, monologhi, canzoni, che si inseguono, si sviluppano, si attraversano.
Il tutto raccontato in un linguaggio che va dal naturalistico al simbolico e che arriva a trascendere il significato stesso della parola “esplodendola” in tutti i suoi possibili significati.
Agli attori e al pubblico il compito di trovare le connessioni fra questi frammenti e legarli insieme fino a comporre un unico grande affresco finale.
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