Il ritorno di Oscar Wilde a Capri. Sarà di nuovo scandalo?
22 Agosto 2014 – Ore 18,30 e 20,30
Villa San Michele (Cappella)
Viale Axel Munthe, 34 – Anacapri (Na)
Ortensia T
presenta
OSCAR WILDE, IL PROCESSO
Dagli atti processuali originali editi da Ubulibri a curqa di Paolo Orlandelli e Paolo Iorio
Progetto e Regia
Roberto Azzurro
con
Roberto Azzurro / Oscar Wilde
Pietro Pignatelli / Edward Carson
Al pianoforte Rebecca Lou Guerra
Il ritorno di Oscar Wilde a Capri. Sarà di nuovo scandalo?
La riconciliazione tra Capri e Oscar Wilde che Roberto Azzurro tenta sarà di certo un momento singolare, inevitabile e speriamo atteso, nella storia dell’isola sublime – che lo scacciò – e del poeta inglese – che l’amò.
Ma cominciamo dal principio.
A metà ottobre 1897 Oscar Wilde e Lord Alfred Douglas, meglio noto come Bosie, l’amante del famoso poeta inglese, giunsero a Capri per una gita che doveva durare tre giorni. L’idea era quella di rendere omaggio a Tiberio deponendo un fiore sulla sua tomba, o almeno dedicandogli un pensiero: in fondo era a lui che si doveva quell’aura di libertà che soffiava sulle colline verdeggianti di quella bella isola!
Ma quando Oscar Wilde e Bosie insieme entrarono nella sala da pranzo del Grand Hotel Quisisana a Capri, furono subito riconosciuti dai commensali, per lo più inglesi.
Vocìo, lamenti e sdegno per la loro presenza. Poi un terribile silenzio. Allora il proprietario Federico Serena (che era anche sindaco di Capri) si avvicinò ai due, e li invitò a lasciare la sala. Dapprima venne loro in soccorso il conte Jacques Fersen, poi attoniti, desolati si avviarono verso la piazzetta, dove incontrarono Axel Munthe, che li invitò nella Villa S. Michele ad Anacapri.
Oscar Wilde aveva subito due procedimenti giudiziari.
Imputato per sodomia e condannato al massimo della pena prevista: due anni di carcere con i lavori forzati.
Il processo a Oscar Wilde ebbe una risonanza internazionale, perché Wilde era un personaggio molto noto.
Dopo aver scontato la pena nel carcere di Reading, senza più una casa, Wilde partì per Dieppe, in Francia, incontrò nuovamente Bosie e dimenticò il proposito di non volerlo mai più rivedere.
I due arrivarono a Napoli e si stabilirono nella Villa Del Giudice di Posillipo, e fu proprio in quel periodo che salparono alla volta di Capri, dove accadde quello che abbiamo appena detto.
Ed è proprio dalla messa in scena del famoso processo che Roberto Azzurro (nei panni di Oscar Wilde) e Pietro Pignatelli (in quelle dell’avvocato Edward Carson) partono alla volta del tentativo di riconciliare Capri con Wilde.
Scheda Spettacolo
Oscar Wilde, il processo è lo spettacolo teatrale, tratto dall'omonimo libro a cura di Paolo Orlandelli e Paolo Iorio (ediz. UbuLibri), che riporta fedelmente gli originali atti processuali che videro protagonista il grande scrittore britannico:
In tempi in cui accuse, tabù sociali e violenze non cedono ancora il passo ai valori “dell’accettazione, dell’inclusione e del rispetto reciproci”, l’ironia dissacrante e lo spirito caustico di Wilde rimarcano l’importanza della libertà e della salvaguardia dei diritti civili. Oscar Wilde fu protagonista di ben tre processi, che lo portarono alla rovina. Il primo di questi fu intentato da lui stesso ai danni del Marchese di Queensberry che, scoperta la relazione tra suo figlio Alfred e lo scrittore, l’aveva accusato di "posare a sodomita". A causa delle notizie sulla sua vita privata emerse in questo primo processo, Oscar Wilde verrà in seguito giudicato colpevole del reato di “sodomia” e di “gravi indecenze”, e condannato a due anni di lavori forzati. I verbali dei processi non vennero mai resi pubblici, perché ritenuti scabrosi e compromettenti. Solo nel 2000, l'eccezionale ritrovamento di un manoscritto presso la British Library ci consente oggi di rivivere parola per parola quel l’interrogatorio in cui Wilde diede prova del suo famigerato acume.
Roberto Azzurro (Oscar Wilde) e Pietro Pignatelli (l’avvocato Edward Carson) ripercorrono i momenti salienti di un interrogatorio, in cui Wilde è costretto a rispondere dei suoi rapporti con omosessuali e ragazzi di vita, e lo fa di volta in volta negando, mentendo, scherzandoci sopra. In questo folle ma reale dialogo si intrecciano le note di Chopin eseguite da Rebecca Lou Guerra come una terza voce di questo acrobatico “battibecco”, come fosse una voce dell’anima dei personaggi e dello spettatore contemporaneamente. E diventa quasi un miracolo poter assistere al genio dell’umorismo del poeta inglese, nelle vere risposte date al suo inquisitore, nell’espressione massima della grande ironia di un “gigante” della letteratura mondiale, di cui il 30 novembre 2010 sono ricorsi i 110 anni dalla morte.
Roberto Azzurro
Ingresso libero
Info e Prenotazioni kaireartecapri@gmail.com
Ufficio Stampa
Villa San Michele
Luca Grossi events@sanmichele.org
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