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La parola al pubblico: "Fantasmi a Roma" tra i preferiti. Ecco la loro storia.

Uno degli spettacoli - evento della scorsa stagione che ci avete segnalato, è stato "Fantasmi a Roma".

Per chi non conoscesse com' è nato, ripercorriamo un pò la storia di questi amatissimi FAR, che hanno preso vita in teatro grazie a un' idea di Simona Patitucci.

“Fantasmi a Roma”, il film diretto nel 1961 da Antonio Pietrangeli, rivive in versione “Favola Musicale”.
L’anteprima assoluta in forma di showcase è stata presentata il 30 giugno 2012 a Roma nella centralissima piazza San Silvestro. 





Marco Gandolfi Vannini, Cristian Ruiz, Simona Patitucci,
Lello Abate e Renata Fusco
La serata, patrocinata dal Comune di Roma e dall’assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico , è stata un vero e proprio evento di cui madrina è stata Sandra Milo, che del film fu magnifica interprete insieme a Marcello Mastroianni, Eduardo De Filippo e Vittorio Gassman.
La sceneggiatura, firmata all’epoca da Ettore Scola, Ennio Flaiano, Ruggero Maccari e Sergio Amidei, ha ispirato la rilettura in forma di commedia musicale di Gianfranco Vergoni (autore dei testi) e Massimo Sigillò Massara ( autore delle musiche e delle orchestrazioni ). La regia e le coreografie sono di Fabrizio Angelini. Le musiche sono arrangiate da Roberto Agrestini ed eseguite dal Palermo Art Ensemble.

Il 17 Gennaio 2013 presso l'Aula Magna dell'Università "La Sapienza " di Roma, "Fantasmi A Roma" debutta , questa volta in versione integrale , in forma semiscenica .
Contemporaneamente viene pubblicato il Cast Album inciso dagli interpreti e dai musicisti coinvolti nel progetto .

Cristian Ruiz
durante la registrazione del cd
VI RICORDIAMO CHE IL CD CON IL CAST ORIGINALE LO TROVATE SU iTUNES

Il cast vede la presenza di alcuni dei migliori performers italiani del teatro musicale, a partire dall'ideatrice del progetto "Fantasmi A Roma" Simona Patitucci, eclettica interprete nonché voce italiana della Sirenetta dell'omonimo film di Walt Disney. Arricchiscono il cast Renata Fusco, Cristian Ruiz, Toni Fornari , Andrea Croci , Gaia Bellunato , Giancarlo Teodori, , Elisa Marangon, Marco Gandolfi Vannini, Gianluca Bessi, Marco Rea, Carlotta Maria Rondana, e la partecipazione straordinaria di Carlo Reali nel ruolo del Principe Annibale. Completano il cast i solisti e le soliste della Compagnia Dell'Alba diretta da Gabriele De Guglielmo.
Simona Patitucci, Renata Fusco
e Toni Fornari

Nel corso della stagione abbiamo visto a Roma, Porto Sant' Elpidio e a Palermo, "Fantasmi a Roma in versione concertistica" che hanno avuto delle piccole variazioni nel cast e la presenza i tre narratori d' eccezione per ogni città. 
A Roma- Giampiero Ingrassia
A Porto Sant' Elpidio- Gian Marco Tognazzi
A Palermo- Gianfranco Jannuzzo

Cristian Ruiz, Renata Fusco
Carlo Reali e Toni Fornari





















Roma, anni ’60. Anni di trasformazione e rinnovamento. Boom dei consumi e dell’edilizia. Moralità antica e playboys. 

Il Portiere, indolente e popolano, introduce la storia, commentandola a più riprese.

Annibale, anziano e impoverito nobile romano, vive da solo nel decadente palazzo di famiglia, accudito dalla giovane cameriera
Carletta e attorniato dagli invisibili fantasmi degli avi: Reginaldo, dongiovanni settecentesco; Fra’ Bartolomeo, seicentesco, schietto e goloso; Flora, romantica e svagata dama dell’ottocento, annegatasi nel Tevere per una delusione d’amore. Anche Poldino, fratello maggiore di Annibale, morto da bambino, appare ogni tanto sotto forma di luce.

Regina, vagabonda e medium, fa da tramite emotivo tra il mondo visibile e quello immaginario.

Invano l’ingegner Tartina tenta di farsi vendere il palazzo, per demolirlo e costruire al suo posto un supermercato. Per i fantasmi, legati alla conservazione del loro passato, questo significherebbe la fine.

Per un incidente domestico Annibale muore, lasciando in eredità il palazzo al nipote Federico, nullafacente e viziato, che vive alle spalle della compagna, la seducente spogliarellista Elena.

Federico, per quanto fortemente turbato dall’atmosfera del palazzo, accetta di cederlo all’ingegnere, ma i fantasmi convincono il defunto pittore Caparra a realizzare un affresco nascosto. Il ritrovamento dell’opera, e la sua valutazione ad opera della professoressa Egle Bizantini in Carcasson, impediscono la demolizione dello stabile, e la sopravvivenza dei fantasmi è salva.

Federico ha riscoperto l’importanza della memoria e della tradizione. Ma le ristrettezze allontanano Elena, incapace di modificare le sue aspirazioni.

Federico apre al pubblico la sua dimora, trasformata in museo e teatro, nella quale ammirare l’affresco del Caparra e assistere al racconto della storia della sua famiglia.


SINOSSI 

Primo Atto


Il Portiere conversa con un’invisibile dirimpettaia. Annibale spegne le luci di casa e si prepara al sonno. Regina evoca i fantasmi di Roma.

“Vivere” (Regina, Tutti i fantasmi)
Fra’ Bartolomeo, Reginaldo e Flora spiano i viventi, pieni di nostalgia. Flora esce dal palazzo per andare a tuffarsi nel Tevere, come fa da più di cent’anni.
È mattina. Il frate va a svegliare Annibale, che protesta con gli invisibili fantasmi per i loro continui dispetti.
Carletta porta il caffè, e il Portiere fa entrare i due stagnari venuti a riparare il vecchio scaldabagno. I due prendono in giro Annibale facendolo parlare dei suoi fantasmi. E lui racconta la storia di Fra’ Bartolomeo, morto di polpette avvelenate, di Reginaldo, caduto dal balcone di una fornaia, e di Flora, suicida nel Tevere per una delusione d’amore.

“Vecchi amici fantasmi” (Annibale, Fantasmi, Stagnari, Portiere)

Annibale caccia il Portiere e i due stagnari e decide di ripararsi lo scaldabagno da solo.
Per strada, Regina inveisce contro i passanti, la società, il destino, perdendosi in se stessa.

“Regina senza regno” (Regina)

Annibale incontra Regina mentre si reca a mangiare in trattoria. Sono entrambi dei sopravvissuti di un’epoca che non esiste più. Regina rifiuta l’invito a pranzo.
Nella cucina della trattoria, il goloso Fra’ Bartolomeo controlla la cottura di vari manicaretti.

“Pancia mia fatti capanna” (Fra’ Bartolomeo, coro dei cuochi)
Annibale considera le sorti della sua famiglia: un unico nipote, scriteriato e degenere, che si è dato alla bella vita, e non si vede mai.
Reginaldo spia Carletta che scrive una lettera ingenua e sgrammaticata al fidanzato militare.

“Carletta con la t” (Carletta, Reginaldo.) 

L’ingegnere convince un irritato Annibale a farlo salire in casa per parlare d’affari, ma non riesce a farsi cedere il palazzo. I fantasmi combinano al malcapitato ogni genere di scherzo.

“Noi semo l’anime” (Flora, Reginaldo, Fra’ Bartolomeo)

Seguiamo Flora nella sua assorta passeggiata, mentre si appresta a gettarsi nel fiume, e a rivivere la sua morte.

“E finalmente via” (Flora)


Il Portiere rievoca il suo passato da attore di avanspettacolo, in coppia con Regina.

“La ballata del callo” (Portiere, Regina) (non nel cd)
Poi, allarmati da un sibilo, corrono da Annibale alle prese con lo scaldabagno. Nemmeno le apparizioni dei fantasmi riescono e evitarne l’esplosione.
Regina accompagna Annibale nel passaggio dalla vita alla morte. I fantasmi prendono il posto dei vivi attorno al suo capezzale.
Federico ed Elena, litigiosi e arroganti, rivelano l’intenzione di far demolire il palazzo, gettando i fantasmi nello sconforto.


“Vivere - Finale primo atto” (Regina, tutti)


Fine primo atto

***

Secondo atto
Federico si aggira per il palazzo, ricostruendo un tenue, controverso legame con gli oggetti di famiglia.

“Figlio d’arte” (Federico)

Elena, dopo un incontro – scontro con il Portiere, si sente già padrona di casa, fa un inventario dei beni, getta via le cose più vecchie… e trova in un armadio un abito particolare.

Nel night club, Elena appare con un mantello da cardinale ed esegue uno strip castamente sexy. Il direttore del locale le ricorda i loro trascorsi.

“Tentar non nuoce” (Elena)

I fantasmi assistono impotenti all’accordo per la vendita del palazzo. Rabbia di Fra’ Bartolomeo. Reginaldo scruta scettico il suo discendente.
L’ingegnere rassicura Federico sull’ottenimento dei permessi necessari alla demolizione.

Marcia delle mazzette (Ingegnere, Federico, Elena, clienti del club)

Nel palazzo iniziano lavori di trasloco, vendita, smantellamento. Regina si fa medianicamente interprete del sentire dei fantasmi, indeboliti.

“Quartetto” (Regina, fantasmi)

Reginaldo si rende conto del pericolo e cerca una soluzione.
Reginaldo e Fra’ Bartolomeo vanno a cercare il fantasma del Caparra, in quella che secoli prima fu la sua bottega, e che ora è un rumoroso bar con tanto di juke box e flipper. I tre fantasmi rievocano i piaceri perduti.

“Godi, godi, godi” (Caparra, Reginaldo, Fra’ Bartolomeo)

Elena e Federico amoreggiano a letto. Ricordi d’infanzia. Lettura de gli annali che contengono la storia della famiglia.
Federico cede al sonno. Elena, inquieta, si chiede confusamente come sarebbe vivere senza un corpo, mentre Flora ne rimpiange ardentemente la perdita, e l’una si specchia nell’altra.

“Se fossi come lei” (Elena, Flora)

Il Caparra vorrebbe ritrarre Elena, ma Reginaldo gli propone Flora. Antipatia istintiva.
Reginaldo mostra al pittore una parete nascosta dove dipingere. Flora e il Caparra rimangono soli.
All’alba il Caparra mena un pugno alla parete, svegliando di soprassalto Federico ed Elena che scorgono l’affresco nascosto.
Il Portiere, subissato di telefonate, non riesce ad arginare l’invadente curiosità di giornalisti e reporter.
L’ingegnere protesta con Federico, sorpreso quanto lui della presenza dei giornalisti, avvertiti dai fantasmi. Un affresco del Caparra impedirà sicuramente la demolizione.
Ma un nota esperta d’arte, la professoressa Egle Bizantini in Carcasson, rifiuta di attribuire l’opera al caparra. I fantasmi gli fanno trovare una mazzetta (l’anticipo sulla vendita ricevuto da Federico). Così l’esperto asserisce essere invece opera del Caravaggio.
Il Caparra è furioso. Reginaldo recupera furtivamente la mazzetta.
L’ingegnere chiede indietro l’anticipo.
Il Caparra fa cadere l’esperto d’arte dalle scale.

“L’affresco ritrovato”(Egle Bizantini, e tutta la compagnia)
Elena, furiosa con Federico che non mostra di capire la situazione, si siede sulla antica sedia papale, rompendola. Federico la caccia. Poi telefona all’ingegner Tartina per proporgli un’idea. I fantasmi sono molto preoccupati.
Federico, soprendentemente, inizia a seguire consigli e indicazioni dei fantasmi. Finalmente può sentirli.
Regina racconta gli ultimi eventi: il palazzo è stato adattato a museo e teatro, e ospita al suo interno la rappresentazione della storia della famiglia Roviano… che consiste essenzialmente nel finale, una suite musicale in cui ritornano sulla scena tutti i personaggi con i loro specifici temi musicali.
Nel corso del numero, i fantasmi di casa Roviano accolgono tra loro Annibale, che può finalmente incontrarli, e abbracciare il fratello Poldino.


“Finale secondo atto” (Tutti) (non nel cd)


Nell' attesa di rivedere i Far in scena vi invitiamo a mettere il vostro "mi piace sulla pagina facebook https://www.facebook.com/FantasmiARomaUnaFavolaMusicale/info per essere sempre informati e sostenere questo bellissimo spettacolo... perchè "I Fantasmi portano fortuna!"






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