L’intuizione dell’autore del libretto Claudio Crocetti è stata condivisa con il M° Tiziano Barbafiera, che ha composto e arrangiato l’intera partitura (una ventina di brani), mentre la revisione del libretto è stata compiuta da Brunella Platania.
L’entusiasmo scaturito da questa “intuizione” ha dato vita a
un primo showcase, messo in scena con la collaborazione di Marilaura Produzioni
e Magical Dreams Group, al Teatro Persio Flacco di Volterra (Pisa), con la sapiente regia di Sandro Querci, presente in scena anche nel ruolo di Athos/Narratore.
Tornano in scena da protagonisti i gemelli Daniele e Umberto Vita, rispettivamente a indossare la maschera di Filippo e vestire i panni di Re Luigi XIV. Al di là dell’innegabile colpo d’occhio nel vedere recitare sul palco, nello stesso momento, due performer completamente identici, i due si completano in scena, mantenendo ciascuno le proprie peculiarità: Daniele compie un lavoro di interpretazione a tutto tondo, anche sul piano introspettivo; il portamento e l’eleganza dei tratti del volto di Umberto facilitano l’immedesimazione nel personaggio del re/tiranno, che non resta troppo in superficie, anche grazie al taglio cinematografico impresso all’opera, del quale lo stesso Umberto è artefice.
Il resto del cast è formato, non a caso, da performer che sono stati in grado di compiere un lavoro eccezionale a livello di costruzione del personaggio:, a partire dai “quattro moschettieri”: il senso di lealtà di D’Artagnan (un indomito Emiliano Geppetti): la spavalda irruenza di gipeto, nei panni di Porthos, unita a un goliardico senso di rassegnazione; la credibile introspezione e risolutezza di Roberto Colombo nei panni di Aramis; il climax emotivo raggiunto da Sandro Querci/Athos nell’esecuzione del brano Fa buon viaggio, figlio mio.
Analoghe emozioni si agitano negli spettatori dopo aver ascoltato il grido di disperazione di Brunella Platania, nei panni della Regina Anna d’Austria, o l’emozionante duetto d’amore con D’Artagnan (Che senso ha).
Al termine della serata, è stato chiaro che l’intuizione iniziale del team creativo che ha dato alla luce questa nuova opera musicale si è proprio rivelata felice.
Roberto Mazzone – critico teatrale
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