Ccà nisciuno è fisso è un monologo esilarante sul tema più sentito dei nostri tempi: la precarietà. Tutto è suscettibile di una condizione di instabilità permanente, dal lavoro alla casa fino all’amore, di nulla si può dire quanto e se durerà. La realtà, sempre più frammentata, viene vista e raccontata attraverso gli occhi della protagonista, Francesca, che è una giovane attrice di teatro. Svolge il lavoro precario per eccellenza, raccontandolo con umorismo partenopeo e autoironia.
La sua vita quotidiana, che è anche la nostra, può apparire drammatica o comica a seconda del punto di vista prescelto. La satira sociale, condita da una spassosa autocritica, mira infatti a stabilire un rapporto di forte empatia con il pubblico. La protagonista può dire con amara ironia: Prima noi attori avevamo il privilegio di essere fra i pochi precari nel mondo del lavoro, ci potevamo atteggiare, fare i tormentati,i dissoluti, tutto genio e sregolatezza … Adesso siamo più stabili noi di un manager! Dal lavoro, tuttavia, la precarietà si estende anche all’ambito personale e questo fa sì che perfino un fidanzato venga liquidato per sempre in nome di una vita senza legami forti, senza impegni duraturi, privata, per scelta, di un orizzonte temporale più ampio.
Ccà nisciun è fisso ci ricorda che la precarietà ha molti volti. Può provocare sofferenza ma anche divenire una sorta di alibi per vivere sempre secondo le proprie esigenze senza prendersi troppe responsabilità. Talvolta l’instabilità è condizione subita, tal’atra può apparire come una scelta coraggiosa. Puglisi racconterà al pubblico tutte queste sfumature della precarietà, in una chiave squisitamente ironica, evocando episodi emblematici della vita sentimentale e lavorativa di un’attrice le cui vicende sono simili a quelle delle persone cosiddette comuni. La lezione è che ridere di se stessi aiuta a campare meglio!
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