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CHINGLISH - Prima milanese

da venerdì 10 a domenica 19 marzo 2017

Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano e Compagnia Formelinguaggi presentano

prima milanese

CHINGLISH (CINGLESE)

di David Henry Hwang / traduzione Alice Spisa / con Valentina Cardinali, Angelo Colombo, Enrico Maggi, Federico Zanandrea, Annagaia Marchioro / scene Stefano Zullo / luci Roberta Faiolo / regia Omar Nedjari / coproduzione Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano e Compagnia Formelinguaggi / in collaborazione con Istituto Confucio dell’ Università Cattolica del Sacro Cuore / presentato in lettura scenica nell’ambito di Tramedautore, XV Festival internazionale del Teatro d’autore Piccolo Teatro Grassi di Milano a cura di Outis – Centro nazionale di drammaturgia contemporanea

Chinglish è la storia esilarante di Daniel Cavenaugh, un uomo d’affari americano che compie il tentativo disperato di lanciare una nuova impresa in Cina. Solo tre cose sembrano ostacolare il suo cammino: non parla la lingua, non conosce le usanze del paese, e s’innamora dell’unica donna che non può assolutamente avere. Un’ opera ricca di equivoci ed intrighi, estremamente attuale quanto lo è oggi il rapporto che abbiamo con la Cina. Una potente opera di satira sulla corruzione che attraversa l’imprenditoria e la politica, cui si unisce un’audace sperimentazione linguistica, evidente nell’uso del bilinguismo e di raffinati giochi di parole.

Il testo ha vinto il Josef Jefferson Award ed è stato rappresentato con successo a Broadway.

Il titolo dell’opera ­di riferisce a quelle­ traduzioni notoriame­nte eccentriche che s­i trovano in Cina, do­ve una frase banale i­n inglese come “atten­zione pendio scivolos­o” è tradotta in “le ­scivolose sono molto ­scaltre”. Nell’epoca ­della globalizzazione­ spesso dimentichiamo­ il più grande ostaco­lo all’incontro fra c­ulture: la lingua. In­ particolare la lingu­a cinese, per noi occ­identali convinti che­ l’inglese abbatta og­ni frontiera, rappres­enta un enigma diffic­ile da comprendere. E­ppure è proprio con l­a Cina che oggi ci tr­oviamo sempre più spe­sso a dialogare. Chin­glish racconta propri­o questo. Mettere in­ scena Chinglish solo con attori italiani è una sf­ida ardua che present­a tuttavia un vantagg­io: è attraverso i pe­rsonaggi da loro cost­ruiti che il pubblico­ sperimenta con più e­fficacia le insidie n­ascoste nell’avvicina­rsi a una lingua scon­osciuta. La regia di un testo così forte deve apparentemente sottrarsi, lavorare sulle relazioni, sui ritmi comici e lasciare che la voce più forte sia quella dell'autore, quello che serve in scena è molto poco, può essere evocato con una sedia e un tavolo, sono le parole a dover prendere corpo.
La commedia in questo modo, così divertente e originale, porterà il pubblico a rico­noscere che, per quan­to distante, ogni cul­tura conserva in sé s­omiglianze capaci di ­superare ogni ostacol­o. Omar Nedjari

David Henry Hwang è il più importante drammaturgo sino-americano, sceneggiatore e librettista mainstream. Il suo lavoro più celebre, M. Butterfly, è stato in scena a Broadway per due anni e ha vinto numerosi premi. Ha scritto opere e musical in collaborazione con Philip Glass, Elton John, Phil Collins. Lavora attivamente per il cinema e la televisione.


Martedì 14 marzo – ore 18 – incontro “Laboratorio di Filosofie del Teatro”

con il filosofo Roberto Mordacci e con Omar Nedjari – dal titolo

“Incomprensioni possibili. Su ciò di cui non si è in grado di parlare, si deve tacere? ”

Altre iniziative sono previste durante la permanenza dello spettacolo al Teatro Ringhiera, tutte gratuite, a cura dell’Istituto Confucio dell’Università Cattolica del Sacro Cuore:

sabato 11 marzo, dalle 17 alle 19 workshop di pittura maschere dell’Opera di Pechino
martedì 14 marzo, dalle 19.30 alle 20.30 cerimonia del tè
mercoledì 15 marzo, dalle 16.30 alle 18.30 workshop di pittura cinese
giovedì 16 marzo, dalle 18 alle 20 workshop di calligrafia
domenica 12 e domenica 19 marzo, dalle 17.30 alle 19 cerimonia del tè

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