13 – 18 dicembre / La Cavallerizza
Manni/OssoliCleopatràs
di Giovanni Testori
regia Mino Manni
con Marta Ossoli
assistente alla regia Serena Lietti
disegno luci Alberto Gualdoni
spettacolo prodotto con il sostegno e la collaborazione di Amministrazione Comunale di Castel San Giovanni, Diana Ceni, Giulio Fassina, Francesco Paladino, Angelo Sordi,
Nuccia Zuterni
Sinossi
Che rimane della “gran reina” Cleopatra una volta deposta la corona d'Egitto? Sarà ancora la meravigliosa imperatrice capace di terrorizzare e sottomettere interi popoli al suo capriccio oppure una semplice “bagascia” di paese che millanta un passato che non è mai esistito? Cosa giunge fino a noi attraverso i secoli al di là della patinata aura del mito? L'opera di Testori, con la sua forza innovativa e prorompente, ci avvicina ad un personaggio che parrebbe distante e difficilmente riconducibile al contesto in cui viviamo. La sua Cleopatràs, spogliata degli abiti regali e rivestita solo di carne e sangue ci parla in un linguaggio crudo e palpitante, in un dialetto che appartiene a tutti e che rievoca un'Italia ormai dimenticata. La “reina” viene rappresentata nella sua essenza più pura, nell'universalità del suo essere Donna, una donna che ha pienamente vissuto, amato, goduto e perso irrimediabilmente tutto. Testori intona il lamento, il “laio” della vedova, che ha vissuto la guerra e ne è uscita perdente, un lamento di morte che sfocia tuttavia in un appassionato inno alla vita: attraverso i ricordi della terra natìa la donna rivive i tempi d'oro dell'amore col suo “Tugnàs”.
Dalle note di regia
Ultima opera dell'autore milanese, Cleopatràs è parte, con Erodiàs e Mater Strangosciàs, della trilogia Tre Lai con la quale Testori dà il suo addio alla vita e ad un paesaggio che è insieme terra della nascita, ma anche strada che riporta là dove il cuore e la tenerezza dello scrittore sembrano aver lasciato il proprio “magone”. È una lombardissima tensione fatta di processioni tra boschi, sensuali richiami e desideri che urlano e bramano. Partendo da suggestioni dantesche, la messinscena restituisce l’eterno tormento di una figura mitica che cela in sé un destino tanto tragico quanto universale. L’attenzione registica alla potenza evocativa delle immagini – alternando momenti di grande poesia a passaggi di forte impatto emotivo – ha permesso di creare uno spettacolo in cui sacro e profano, amore e morte giungono ad un punto di fusione incandescente e poeticissimo attraverso un linguaggio crudo e palpitante, barbarico e sublime. Unico e immortale. Come il suo autore.
Manni/Ossoli si incontrano nel 2012 in occasione dell'allestimento di Antonio e Cleopatra di William Shakespeare per la regia di John Pascoe al Teatro Licinium di Erba, nel quale interpretavano i due protagonisti. Da allora collaborano all'insegna della riscoperta dei grandi classici letterari e del valore della parola: da Shakespeare a Manzoni arrivando fino a Testori.
Mino Manni, diplomato alla bottega teatrale di Vittorio Gassman, ha lavorato con i più grandi registi del teatro italiano tra cui Massimo Castri, Giancarlo Cobelli, Cesare Lievi, Antonio Calenda e Jerôme Savary, direttore della Comédie Française di Parigi. Ha recitato con Glauco Mauri per cinque anni interpretando opere di Goldoni, Shakespeare e Dostoevskij facendo tournée in Italia e all’estero. Ha recitato anche con Alessandro Preziosi, Kim Rossi Stuart, Michele Placido, Silvio Orlando, Franco Branciaroli, Gabriele Ferzetti. Premiato al Montegrotto Teatro Festival come miglior attore, per il cinema ha lavorato, tra gli altri, con i registi Alessandro D’Alatri, Dario Argento, Michele Placido, Marco Bellocchio. Attualmente collabora con il giovane regista Alberto Oliva con cui ha realizzato: il monologo Garibaldi amore mio (scritto da Maurizio Micheli), La donna che visse due volte, La confessione (monologo tratto da I Demoni di Dostoevskij), Il ventaglio di Carlo Goldoni; Il mercante di Venezia di Shakespeare nel ruolo di Shylock, Il giocatore (sempre di Dostoevskij), Enrico IV di Pirandello, Mozart e Salieri e Don Giovanni di Puškin.
Marta Ossoli attrice, si diploma nel 2011 all'Accademia dei Filodrammatici di Milano. La sua esperienza professionale spazia dalla tragedia antica (Mythos prodotto dal CTB) ai capolavori italiani del primo Novecento (La coscienza di Zeno da Svevo, diretta da Maurizio Scaparro; Non si sa come di Pirandello), passando da Čechov (Cechoviana), fino ad arrivare alla drammaturgia contemporanea extraeuropea (Terrorismo dei fratelli Presnyakov). Una nota particolare meritano gli incontri shakespeariani: è per due volte la contessa Olivia nella Dodicesima notte di Lorenzo Loris e in quella diretta da John Pascoe al Teatro Licinium di Erba, teatro in cui veste per la prima volta i panni della protagonista come Regina del Nilo, interpretando Cleopatra in Antonio e Cleopatra. Sorprende e diverte anche il pubblico dei più piccoli con un'inedita Biancaneve affiancata dalle marionette della storica compagnia milanese di Gianni e Cosetta Colla. Nel 2015 vince il premio della giuria “Luigi Vannucchi” con La Monaca di Monza di Giovanni Testori, autore che ama e che omaggia mettendo in scena il monologo Cleopatràs con la regia di Mino Manni. Dottoressa in Filosofia vede nel teatro un mezzo privilegiato di ricerca, confronto e condivisione collettiva.
Durata 55 min
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La Cavallerizza
Nuccia Zuterni
Sinossi
Che rimane della “gran reina” Cleopatra una volta deposta la corona d'Egitto? Sarà ancora la meravigliosa imperatrice capace di terrorizzare e sottomettere interi popoli al suo capriccio oppure una semplice “bagascia” di paese che millanta un passato che non è mai esistito? Cosa giunge fino a noi attraverso i secoli al di là della patinata aura del mito? L'opera di Testori, con la sua forza innovativa e prorompente, ci avvicina ad un personaggio che parrebbe distante e difficilmente riconducibile al contesto in cui viviamo. La sua Cleopatràs, spogliata degli abiti regali e rivestita solo di carne e sangue ci parla in un linguaggio crudo e palpitante, in un dialetto che appartiene a tutti e che rievoca un'Italia ormai dimenticata. La “reina” viene rappresentata nella sua essenza più pura, nell'universalità del suo essere Donna, una donna che ha pienamente vissuto, amato, goduto e perso irrimediabilmente tutto. Testori intona il lamento, il “laio” della vedova, che ha vissuto la guerra e ne è uscita perdente, un lamento di morte che sfocia tuttavia in un appassionato inno alla vita: attraverso i ricordi della terra natìa la donna rivive i tempi d'oro dell'amore col suo “Tugnàs”.
Dalle note di regia
Ultima opera dell'autore milanese, Cleopatràs è parte, con Erodiàs e Mater Strangosciàs, della trilogia Tre Lai con la quale Testori dà il suo addio alla vita e ad un paesaggio che è insieme terra della nascita, ma anche strada che riporta là dove il cuore e la tenerezza dello scrittore sembrano aver lasciato il proprio “magone”. È una lombardissima tensione fatta di processioni tra boschi, sensuali richiami e desideri che urlano e bramano. Partendo da suggestioni dantesche, la messinscena restituisce l’eterno tormento di una figura mitica che cela in sé un destino tanto tragico quanto universale. L’attenzione registica alla potenza evocativa delle immagini – alternando momenti di grande poesia a passaggi di forte impatto emotivo – ha permesso di creare uno spettacolo in cui sacro e profano, amore e morte giungono ad un punto di fusione incandescente e poeticissimo attraverso un linguaggio crudo e palpitante, barbarico e sublime. Unico e immortale. Come il suo autore.
Manni/Ossoli si incontrano nel 2012 in occasione dell'allestimento di Antonio e Cleopatra di William Shakespeare per la regia di John Pascoe al Teatro Licinium di Erba, nel quale interpretavano i due protagonisti. Da allora collaborano all'insegna della riscoperta dei grandi classici letterari e del valore della parola: da Shakespeare a Manzoni arrivando fino a Testori.
Mino Manni, diplomato alla bottega teatrale di Vittorio Gassman, ha lavorato con i più grandi registi del teatro italiano tra cui Massimo Castri, Giancarlo Cobelli, Cesare Lievi, Antonio Calenda e Jerôme Savary, direttore della Comédie Française di Parigi. Ha recitato con Glauco Mauri per cinque anni interpretando opere di Goldoni, Shakespeare e Dostoevskij facendo tournée in Italia e all’estero. Ha recitato anche con Alessandro Preziosi, Kim Rossi Stuart, Michele Placido, Silvio Orlando, Franco Branciaroli, Gabriele Ferzetti. Premiato al Montegrotto Teatro Festival come miglior attore, per il cinema ha lavorato, tra gli altri, con i registi Alessandro D’Alatri, Dario Argento, Michele Placido, Marco Bellocchio. Attualmente collabora con il giovane regista Alberto Oliva con cui ha realizzato: il monologo Garibaldi amore mio (scritto da Maurizio Micheli), La donna che visse due volte, La confessione (monologo tratto da I Demoni di Dostoevskij), Il ventaglio di Carlo Goldoni; Il mercante di Venezia di Shakespeare nel ruolo di Shylock, Il giocatore (sempre di Dostoevskij), Enrico IV di Pirandello, Mozart e Salieri e Don Giovanni di Puškin.
Marta Ossoli attrice, si diploma nel 2011 all'Accademia dei Filodrammatici di Milano. La sua esperienza professionale spazia dalla tragedia antica (Mythos prodotto dal CTB) ai capolavori italiani del primo Novecento (La coscienza di Zeno da Svevo, diretta da Maurizio Scaparro; Non si sa come di Pirandello), passando da Čechov (Cechoviana), fino ad arrivare alla drammaturgia contemporanea extraeuropea (Terrorismo dei fratelli Presnyakov). Una nota particolare meritano gli incontri shakespeariani: è per due volte la contessa Olivia nella Dodicesima notte di Lorenzo Loris e in quella diretta da John Pascoe al Teatro Licinium di Erba, teatro in cui veste per la prima volta i panni della protagonista come Regina del Nilo, interpretando Cleopatra in Antonio e Cleopatra. Sorprende e diverte anche il pubblico dei più piccoli con un'inedita Biancaneve affiancata dalle marionette della storica compagnia milanese di Gianni e Cosetta Colla. Nel 2015 vince il premio della giuria “Luigi Vannucchi” con La Monaca di Monza di Giovanni Testori, autore che ama e che omaggia mettendo in scena il monologo Cleopatràs con la regia di Mino Manni. Dottoressa in Filosofia vede nel teatro un mezzo privilegiato di ricerca, confronto e condivisione collettiva.
Durata 55 min
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La Cavallerizza
da martedì a sabato ore 21:00 – domenica ore 17:00
Durata: 55 minuti
Biglietti: Intero 14€- Under35 e Over65 10€
Abbonamento: 10 Identità, 5 Identità, UNIdentità, IDono
BIGLIETTERIA MTM
02 86 45 45 45 - biglietteria@mtmteatro.it
Prenotazioni e prevendita da lunedì a sabato dalle 15:00 alle 19:30
Sede Teatro Litta – corso Magenta, 24
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