A PORTE CHIUSE
(HUIS CLOS)
Jean – Paul SARTRE
Con Ennio Coltorti, Anna Clemente Silvera, Adriana Ortolani
e con
Gianfranco Salemi
Adattamento e Regia Ennio Coltorti
Costumi Rita Forzano
Scene Ennio Coltorti
Luci Iuraj Saleri
Foto Tommaso Le Pera
Aiuto Regia Matteo Fasanella
Realizzazione scenografica Lorenzo Zapelloni
Dal 28 Novembre al 22 Dicembre 2016
da martedì a sabato ore 21; domenica ore 19
Teatro Stanze Segrete
Via della Penitenza, 3 (Roma - Trastevere)
A PORTE CHIUSE (HUIS CLOS), in scena al Teatro Stanze Segrete dal 28 Novembre al 22 Dicembre, è un intramontabile classico che ha ispirato decine di successi nella drammaturgia e cinematografia del secondo Novecento fino ai giorni nostri.
Ambiente unico e claustrofobico. Tre personaggi: Garcin, Estelle e Inès. Un quarto, misterioso, che ha funzione di “Introduttore”. Lasciati soli in un ambiente inquietante, i tre personaggi, in apparenza assolutamente diversi, daranno vita a un graduale e terribile incontro/scontro che li costringerà a un vicendevole e imprevisto dilaniarsi. L’inferno sono gli altri, lucida quanto drammatica constatazione che esistiamo solo attraverso gli altri, sono i loro giudizi e la percezione che hanno di noi a definirci. Questa è la vera condanna, l’inferno sartriano: essere condizionati dal giudizio altrui. La storia è la formidabile narrazione di tre anime che piano piano si rivelano agli altri, ma soprattutto a se stesse: gioco al massacro, tra rivelazioni e dipendenza reciproca.
NOTE DI REGIA
La “Porta Chiusa” di Sartre in realtà non è chiusa: sono Garcin, Estelle e Ines, i tre protagonisti, a non volerla aprire. Loro stessi “si dannano”, si fanno artefici del loro inferno. Questa terza opera teatrale di Sartre ebbe da subito un travolgente impatto, ispirando film e commedie di successo. La filmografia e drammaturgia è infatti ormai colma di “cene” e “incontri” che alla fine si trasformano in furiosi scontri senza via d’uscita, (vedi i recenti “Carnage”, “Perfetti sconosciuti” etc..). Anche il colpo di scena, che rivela l’effettiva condizione del protagonista, è stato usato da innumerevoli drammaturghi e sceneggiatori a partire da “La Signora di Shangai” di Orson Wells (del‘48; il testo di Sartre è del ‘44), fino al recente “Sesto Senso”.
Per Sartre l’inferno sono gli altri, è necessario partire da questa sua lapidaria affermazione. Dunque, l’inferno è, comunque lo si voglia immaginare o rappresentare, una punizione per azioni che hanno provocato dolore e sofferenza in qualcun altro; ne consegue che senza l’“altro” non può esistereerrore, ma anche che l’altro è il punto di riferimento per ogni nostra azione, negativa o positiva. Nella stanza di Huis Close non ci sono specchi, non ci si può rifugiare nella propria immagine, nei propri bisogni e pensieri apparenti. Il vero specchio è l’altro, che non permette di scegliere cosa guardare di se stessi, ma costringe ad affrontare anche i meandri più oscuri del proprio essere. Tuttavia è necessario un terzo “specchio” per smascherare colpe, menzogne, ipocrite complicità e provocare laceranti sensi di colpa. Gli altri dunque sono l’inferno, la punizione. Ma l’umanesimo in Sartre è troppo preponderante perché questa affermazione non sottintenda il vero scopo di ogni punizione: la liberazione dall’errore e quindi la riscoperta della necessità dello stare insieme, crescere insieme, condividere, sostenersi, aiutarsi a uscire dall’inferno della solitudine.
La battuta con cui Garcin chiude il dramma lascia intendere che la punizione continuerà, ma che una salvezza forse sarà possibile. Chissà che Sartre non abbia ispirato in questo modo anche quella scelta da Stanley Kubrick per chiudere il suo “Eyes Wide Shut”: Nicole Kidman e Tom Cruise (presenti, come un terzo personaggio/specchio, i loro figli adolescenti) ancora storditi dagli avvenimenti si guardano in silenzio. Sono soli, terribilmente. Cruise, spaurito e fragilissimo domanda alla moglie: “E adesso che facciamo?” Lei, altrettanto sola, fragile e spaurita ma ormai consapevole, risponde con un verbo, che rivela un progetto, una via d’uscita, un possibile “riveder le stelle”. Ma il soggetto non sarà più una prima persona singolare: non più “io”, ma “noi”.
Ingresso
Intero euro 17 - Ridotto euro 12 – Studenti 10 euro
Tessera associativa semestrale: euro 3
(Ingresso riservato ai soci)
Info e Prenotazioni
Teatro Stanze Segrete
tel. 06.6872690 / 3889246033 / e-mail: info@stanzesegrete.it
Botteghino dalle ore 18,30 alle ore 21,00
Si consiglia la prenotazione
Aiuto Regia Matteo Fasanella
Realizzazione scenografica Lorenzo Zapelloni
Dal 28 Novembre al 22 Dicembre 2016
da martedì a sabato ore 21; domenica ore 19
Teatro Stanze Segrete
Via della Penitenza, 3 (Roma - Trastevere)
A PORTE CHIUSE (HUIS CLOS), in scena al Teatro Stanze Segrete dal 28 Novembre al 22 Dicembre, è un intramontabile classico che ha ispirato decine di successi nella drammaturgia e cinematografia del secondo Novecento fino ai giorni nostri.
Ambiente unico e claustrofobico. Tre personaggi: Garcin, Estelle e Inès. Un quarto, misterioso, che ha funzione di “Introduttore”. Lasciati soli in un ambiente inquietante, i tre personaggi, in apparenza assolutamente diversi, daranno vita a un graduale e terribile incontro/scontro che li costringerà a un vicendevole e imprevisto dilaniarsi. L’inferno sono gli altri, lucida quanto drammatica constatazione che esistiamo solo attraverso gli altri, sono i loro giudizi e la percezione che hanno di noi a definirci. Questa è la vera condanna, l’inferno sartriano: essere condizionati dal giudizio altrui. La storia è la formidabile narrazione di tre anime che piano piano si rivelano agli altri, ma soprattutto a se stesse: gioco al massacro, tra rivelazioni e dipendenza reciproca.
NOTE DI REGIA
La “Porta Chiusa” di Sartre in realtà non è chiusa: sono Garcin, Estelle e Ines, i tre protagonisti, a non volerla aprire. Loro stessi “si dannano”, si fanno artefici del loro inferno. Questa terza opera teatrale di Sartre ebbe da subito un travolgente impatto, ispirando film e commedie di successo. La filmografia e drammaturgia è infatti ormai colma di “cene” e “incontri” che alla fine si trasformano in furiosi scontri senza via d’uscita, (vedi i recenti “Carnage”, “Perfetti sconosciuti” etc..). Anche il colpo di scena, che rivela l’effettiva condizione del protagonista, è stato usato da innumerevoli drammaturghi e sceneggiatori a partire da “La Signora di Shangai” di Orson Wells (del‘48; il testo di Sartre è del ‘44), fino al recente “Sesto Senso”.
Per Sartre l’inferno sono gli altri, è necessario partire da questa sua lapidaria affermazione. Dunque, l’inferno è, comunque lo si voglia immaginare o rappresentare, una punizione per azioni che hanno provocato dolore e sofferenza in qualcun altro; ne consegue che senza l’“altro” non può esistereerrore, ma anche che l’altro è il punto di riferimento per ogni nostra azione, negativa o positiva. Nella stanza di Huis Close non ci sono specchi, non ci si può rifugiare nella propria immagine, nei propri bisogni e pensieri apparenti. Il vero specchio è l’altro, che non permette di scegliere cosa guardare di se stessi, ma costringe ad affrontare anche i meandri più oscuri del proprio essere. Tuttavia è necessario un terzo “specchio” per smascherare colpe, menzogne, ipocrite complicità e provocare laceranti sensi di colpa. Gli altri dunque sono l’inferno, la punizione. Ma l’umanesimo in Sartre è troppo preponderante perché questa affermazione non sottintenda il vero scopo di ogni punizione: la liberazione dall’errore e quindi la riscoperta della necessità dello stare insieme, crescere insieme, condividere, sostenersi, aiutarsi a uscire dall’inferno della solitudine.
La battuta con cui Garcin chiude il dramma lascia intendere che la punizione continuerà, ma che una salvezza forse sarà possibile. Chissà che Sartre non abbia ispirato in questo modo anche quella scelta da Stanley Kubrick per chiudere il suo “Eyes Wide Shut”: Nicole Kidman e Tom Cruise (presenti, come un terzo personaggio/specchio, i loro figli adolescenti) ancora storditi dagli avvenimenti si guardano in silenzio. Sono soli, terribilmente. Cruise, spaurito e fragilissimo domanda alla moglie: “E adesso che facciamo?” Lei, altrettanto sola, fragile e spaurita ma ormai consapevole, risponde con un verbo, che rivela un progetto, una via d’uscita, un possibile “riveder le stelle”. Ma il soggetto non sarà più una prima persona singolare: non più “io”, ma “noi”.
Ingresso
Intero euro 17 - Ridotto euro 12 – Studenti 10 euro
Tessera associativa semestrale: euro 3
(Ingresso riservato ai soci)
Info e Prenotazioni
Teatro Stanze Segrete
tel. 06.6872690 / 3889246033 / e-mail: info@stanzesegrete.it
Botteghino dalle ore 18,30 alle ore 21,00
Si consiglia la prenotazione
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