Testaccio lab
M:DEA
Performance Elettronica sul Mito di Medea
di e con Vittoria Faro
Performer - Sound producer Vittoria Faro
Drammaturgia Matilde D’Accardi e Vittoria Faro
Voice off Vittoria Faro e Martino Duane
Visual Antonio Pizzola
Photo Eleonora Faro
13 LUGLIO 2016 ore 21,15
CASALE MALBORGHETTO–ARCO DI COSTANTINO
Via Malborghetto, 3 (Via Flaminia – Stazione Sacrofano/Roma)
Medea si risveglia sulla riva del mare, lambita dalle onde della risacca, vittima del suo destino tragico.
Condannata ora – e per l’eternità – a rivivere la sorte del suo personaggio: principessa ribelle e determinata che perde la sua terra per amore di Giasone, sposa affranta dal tradimento del suo uomo, esule scacciata dalla terra che l’aveva accolta, vittima della persecuzione del re Creonte e del suo malvagio disegno e, infine, madre macchiatasi del più mostruoso e orrendo delitto: il sacrificio dei suoi stessi figli.
Come una profuga che, costretta dagli eventi, affida i figli al mare sfidando il rischio di perderli per offrire loro una speranza di un futuro altro, Medea affronta l’estremo Sacrificio, quale atto ineludibile per la salvezza in un rinnovato equilibrio cosmico: “E’ necessario che muoiano – dice in Euripide - e se così deve essere io li ucciderò, io che li ho messi al mondo”.
Vittoria Faro è sulla scena Medea, protagonista di un RITO che, in una sorta di Via Dolorosa in cui ripercorrere stazione per stazione gli eventi della sua vicenda tragica, ridiscende nell’inferno del dolore per espiare, nella compensazione della poiesis, le colpe e cercarne un’occasione di superamento.
Medea compie in scena il RITO inseguendo la schizofrenia della memoria che procede per flash dissociati dalla cronologia esatta degli accadimenti, perché lo spettatore possa, più che assistere al racconto, immedesimarsi nell’animo della protagonista e assorbirne le emozioni, rivivendo con lei il dramma sino alla catarsi finale.
La “compensazione” - quale funzione sociale del Rito nel teatro così come nella tradizione popolare e tribale - viene risolta sulla scena in chiave quasi violentemente contemporanea: in contrappunto alla narrazione classica, sonorità, gestualità e movenze che attingono al linguaggio dell’arte elettronica più d’avanguardia.
Recuperando l’elemento del dionisiaco proprio delle cerimonie arcaiche, tribali e popolari, lo si trasferisce nell’artificio psichedelico, digitale e sintetico dei riti notturni delle nuove generazioni. Il valore simbolico e metaforico nell’attualità è evidente: la congiuntura di crisi dei valori tradizionali e lo scontro generazionale in atto pretendono un sacrificio, la destrutturazione dell’eredità culturale e la sua rilettura scevra da pregiudizi ideologici, quale necessario momento di catarsi per una rinascita del pensiero, quanto mai necessaria.
Citando Victor Turner, antropologo inglese: “Quando la vita storica stessa non ha più senso culturale nei termini precedentemente tenuti per validi, la narrazione e il dramma possono assumersi il compito della poiesis, di un nuovo senso culturale, anche quando sembra si limitino a demolire antichi edifici di significato che non sono più in grado di compensare i nostri moderni drammi esistenziali”.
Ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo
Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale
Soprintendenza Speciale per il Colosseo e l'Area Archeologica Centrale di Roma
Regione Lazio – Assessorato alla Cultura
Comune di Roma - XV Municipio
Città di Sutri
TEATRI DI PIETRA LAZIO 2016
Ideazione e Realizzazione
Pentagono Produzioni Associate e Circuito Danza Lazio
nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra
Area Archeologica, Arco di Malborghetto
Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano
Ingresso 12 euro
Ridotto 10 euro: convenzionati/associazioni/studenti
Info & Prenotazioni:
teatridipietra@gmail.com / whatsapp 333 709 7449// FB teatridipietra / teatridipietra.blogspot.it/ biglietti online: www.bigliettoveloce.it/
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