TEATRO MENOTTI
Dal 2 al 6 febbraio 2016
MILVIA MARIGLIANO, ARTURO CIRILLO
in
CHI HA PAURA DI VIRGINIA WOOLF?
di Edward Albee
traduzione Ettore Capriolo
e con
Valentina Picello
Edoardo Ribatto
scene Dario Gessati
costumi Gianluca Falaschi
luci Mario Loprevite
regia Arturo Cirillo
produzione Tieffe Teatro Milano
Reduce da una tournée di successo di critica e pubblico, prima di toccare Cremona, Cagliari, Venezia, Padova, Vicenza, Bari, torna finalmente a Milano al Teatro Menotti dal 2 al 6 febbraio Chi ha paura di Virginia Woolf di Edward Albee con Milvia Marigliano, vincitrice del Premio Nazionale della Critica 2015 come Migliore Attrice per questo spettacolo, e Arturo Cirillo, nella doppia veste di attore e regista.
Martha e George sono una coppia di mezza età che ha invitato a casa Honey e Nick, due giovani sposi che hanno appena conosciuto. In un vorticoso crescendo di dialoghi serrati, con la complicità della notte e dell'alcool, il quartetto si addentra in una sorta di gioco della verità che svela le reciproche fragilità individuali e di coppia. Il risultato della serata è un gioco al massacro, una sfida collettiva alla distruzione di sé e degli altri, che rende ogni personaggio, allo stesso tempo, vittima e carnefice.
L’intera stagione del Teatro Menotti è dedicata ad un progetto di solidarietà a favore dell’Associazione Banco Alimentare della Lombardia “Danilo Fossati” Onlus, che effettua il recupero quotidiano delle eccedenze alimentari e la loro redistribuzione a strutture caritative convenzionate in favore delle persone bisognose della Lombardia.
Con Chi ha paura di Virginia Woolf prosegue quindi il progetto “Protagonisti insieme a Banco Alimentare”; è la prima volta in Italia che un teatro organizza gesti di concreta solidarietà, invitando il proprio pubblico a donare cibo al Banco Alimentare per le famiglie più bisognose.
Chi porta al Teatro Menotti martedì 2 febbraio un prodotto alimentare a lunga conservazione avrà in cambio un biglietto di ingresso a soli 5 € per lo spettacolo (80% di sconto portando prodotti a lunga conservazione in quantità e/o qualità adeguata al progetto di solidarietà).
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Il testo Chi ha paura di Virginia Woolf? credo sia una potente macchina attoriale, cioè penso che esista fortemente in funzione del teatro. Come certa drammaturgia contemporanea, penso a Spregelburd per esempio, non è tanto nella sua lettura che si coglie la vera qualità della scrittura, ma nella incarnazione umorale e psicologica che avviene, quando si incomincia a lavorare con gli attori. Un teatro che usa un linguaggio naturalistico, ma che non si preclude una possibilità più astratta, anzi direi che la sottende. Già il basso continuo dato dallo stato di alterazione alcolica presuppone una forma di recitazione sporca. Come anche invita verso una estremizzazione la valenza fortemente simbolica dei quattro personaggi, con la coppia più giovane specchio e parodia di quella più anziana, accomunate da un problema di genitorialità. Un testo bulimico ed estremo, sismico, che mi ha fatto pensare ad una scena smossa essa stessa, sconnessa, che ti scivola sotto i piedi. Una scena che va in pezzi, si spezza, crolla, come il nostro Occidente incapace di uscire da se stesso e vedere il mondo. Il tutto a ritmo di batteria, colpi su colpi.
Il testo di Albee è una spietata riflessione sulla nostra cultura, sul nostro egocentrismo, sul nostro cinismo, e sull'amore. Come in un gioco al massacro, come in un interrogatorio o in una tortura, siamo in un stanza, un salotto, in una notte di sabato, dove pian piano si dà inizio ad un sacrificio, un esorcismo. Giocando e recitando ci si trova davanti alla propria distruzione, allo stato di noia che nasce dopo la perversione, a quel non sapere più cosa fare dopo aver fatto fuori tutto. Nel distruggere l'altro si distrugge se stessi, e poi ci si trova soli con l'altro, due solitudini a confronto, senza più difese, senza più riti che ci proteggono, senza più teorie analitiche che ci consolano; soli e spaventati da tutto quello che la nostra mente non ci voleva far vedere. Soli davanti alle proprie paure, come un bambino nel bosco, o di notte con i propri incubi. E poi, forse, quando sta per nascere l'alba, immaginare di potersi prendere cura di sé, e dell’altro, con dolcezza e morbidezza.
Arturo Cirillo
(..)Martha-che l’intensa Milvia Marigliano molto bene gioca tra volgarità, rimpianto, cattiveria, fragilità infantile (..) Cirillo disegna ottimamente George con i toni di chi conosce il proprio disastro e, cinico gioca la propria partita, sadico negli “a fondo” con l’altra coppia che trascina nel suo turbine distruttivo. Generazioni che massacrano generazioni. Bravi anche Valentina Picello e Edoardo Ribatto.
Martha e George sono una coppia di mezza età che ha invitato a casa Honey e Nick, due giovani sposi che hanno appena conosciuto. In un vorticoso crescendo di dialoghi serrati, con la complicità della notte e dell'alcool, il quartetto si addentra in una sorta di gioco della verità che svela le reciproche fragilità individuali e di coppia. Il risultato della serata è un gioco al massacro, una sfida collettiva alla distruzione di sé e degli altri, che rende ogni personaggio, allo stesso tempo, vittima e carnefice.
L’intera stagione del Teatro Menotti è dedicata ad un progetto di solidarietà a favore dell’Associazione Banco Alimentare della Lombardia “Danilo Fossati” Onlus, che effettua il recupero quotidiano delle eccedenze alimentari e la loro redistribuzione a strutture caritative convenzionate in favore delle persone bisognose della Lombardia.
Con Chi ha paura di Virginia Woolf prosegue quindi il progetto “Protagonisti insieme a Banco Alimentare”; è la prima volta in Italia che un teatro organizza gesti di concreta solidarietà, invitando il proprio pubblico a donare cibo al Banco Alimentare per le famiglie più bisognose.
Chi porta al Teatro Menotti martedì 2 febbraio un prodotto alimentare a lunga conservazione avrà in cambio un biglietto di ingresso a soli 5 € per lo spettacolo (80% di sconto portando prodotti a lunga conservazione in quantità e/o qualità adeguata al progetto di solidarietà).
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Il testo Chi ha paura di Virginia Woolf? credo sia una potente macchina attoriale, cioè penso che esista fortemente in funzione del teatro. Come certa drammaturgia contemporanea, penso a Spregelburd per esempio, non è tanto nella sua lettura che si coglie la vera qualità della scrittura, ma nella incarnazione umorale e psicologica che avviene, quando si incomincia a lavorare con gli attori. Un teatro che usa un linguaggio naturalistico, ma che non si preclude una possibilità più astratta, anzi direi che la sottende. Già il basso continuo dato dallo stato di alterazione alcolica presuppone una forma di recitazione sporca. Come anche invita verso una estremizzazione la valenza fortemente simbolica dei quattro personaggi, con la coppia più giovane specchio e parodia di quella più anziana, accomunate da un problema di genitorialità. Un testo bulimico ed estremo, sismico, che mi ha fatto pensare ad una scena smossa essa stessa, sconnessa, che ti scivola sotto i piedi. Una scena che va in pezzi, si spezza, crolla, come il nostro Occidente incapace di uscire da se stesso e vedere il mondo. Il tutto a ritmo di batteria, colpi su colpi.
Il testo di Albee è una spietata riflessione sulla nostra cultura, sul nostro egocentrismo, sul nostro cinismo, e sull'amore. Come in un gioco al massacro, come in un interrogatorio o in una tortura, siamo in un stanza, un salotto, in una notte di sabato, dove pian piano si dà inizio ad un sacrificio, un esorcismo. Giocando e recitando ci si trova davanti alla propria distruzione, allo stato di noia che nasce dopo la perversione, a quel non sapere più cosa fare dopo aver fatto fuori tutto. Nel distruggere l'altro si distrugge se stessi, e poi ci si trova soli con l'altro, due solitudini a confronto, senza più difese, senza più riti che ci proteggono, senza più teorie analitiche che ci consolano; soli e spaventati da tutto quello che la nostra mente non ci voleva far vedere. Soli davanti alle proprie paure, come un bambino nel bosco, o di notte con i propri incubi. E poi, forse, quando sta per nascere l'alba, immaginare di potersi prendere cura di sé, e dell’altro, con dolcezza e morbidezza.
Arturo Cirillo
(..)Martha-che l’intensa Milvia Marigliano molto bene gioca tra volgarità, rimpianto, cattiveria, fragilità infantile (..) Cirillo disegna ottimamente George con i toni di chi conosce il proprio disastro e, cinico gioca la propria partita, sadico negli “a fondo” con l’altra coppia che trascina nel suo turbine distruttivo. Generazioni che massacrano generazioni. Bravi anche Valentina Picello e Edoardo Ribatto.
Magda Poli - Corriere della Sera
(..)Una “verità” che arriva, quasi commossa da Arturo Cirillo, molto bravo nei panni di George, buffamente dolente, rassegnato ma non servile, cui fa da contraltare, oltre alla “sicumera” di Edoardo Ribatto, e l'isteria dolorosa di Honey che Valentina Picello rende bene, Milvia Marigliano, attrice solida e brava (..)
Anna Bandettini – La Repubblica
Questa violenza a fior di pelle, gratuita ma anche stolidamente e disperatamente reale credo abbia affascinato Arturo Cirillo, che ne firma l'incisiva, intelligente regia, per la forza non solo emotiva e verbale ma proprio fisica e cerebralmente crudele che guida i personaggi.
Maria Grazia Gregori – Delteatro.org
(..)La messa in scena di Cirillo non solo non sfigura ma brilla di luce unica, il palco pare uno schermo da cui appaiono visioni spettrali ma, per qualche ragione, anche potenzialmente, nello strazio, rigeneranti
Roberto Mussapi - L'Avvenire
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TOURNE’E
2 | 6 febbraio – Milano (Teatro Menotti)
7-8 febbraio – Casale Monferrato (Teatro Municipale)
9-10 febbraio - Cremona (Teatro Ponchielli)
17 | 21 febbraio – Cagliari (Teatro Massimo)
23 febbraio – Lumezzane Bs (Teatro Odeon)
26 febbraio – Montegiorgio (Teatro Comunale D. Alaleona)
9 |13 marzo - Venezia (Teatro Goldoni)
16 | 20 marzo - Padova (Teatro Verdi)
27-28 aprile – Piacenza (Teatro Comunale)
11 | 14 maggio – Bari (Teatro Kismet)
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TEATRO MENOTTI
Via Ciro Menotti 11, Milano
tel. 02 36592544
biglietteria@tieffeteatro.it
Orari di biglietteria
lunedì e mercoledì dalle 15.00 alle 18.00
martedì, giovedì, venerdì dalle 15.00 alle 19.00
sabato dalle 15.30 alle 19.00
domenica dalle 15.00 alle 17.00 solo per la vendita della replica pomeridiana
Acquisti online
con carta di credito su www.teatromenotti.org
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PREZZI
intero - € 26.50
ridotto over 65 - € 14.00
ridotto under 25, gruppi, cral, biblioteche - € 16.50
ridotto convenzioni - € 18.00
ridotto gruppi studenti - € 11.50
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ORARI SPETTACOLI
feriali ore 20.30
mercoledì ore 19.30
domenica ore 16.30
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