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"Maternity Blues" al Teatro Out Off di Milano.

MATERNITY BLUES 
(from Medea)

di Grazia Verasani
Regia Elena Arvigo
con
Amanda Sandrelli, Elodie Treccani, Xhilda Lapardhaja, Elena Arvigo



dal 24 al 29 marzo
Teatro Out Off - Milano





Elena Arvigo – qui regista ed attrice – sceglie di parlare di un argomento tanto delicato e antico quanto attuale: Medea è l'eterna domanda sulla legittimità di dare la vita e di dare la morte. Quattro storie di donne: madri infanticide che vediamo chiuse, recluse, in uno spazio angusto - ciascuna con il proprio mondo di ricordi, libri, sigarette, lettere. Sono là a condividere e reinventarsi "dopo": dopo il buio di quel gesto, di un istante che ha diviso il mondo e la vita in due metà. In un ospedale psichiatrico giudiziario, che riporta subito a quello famoso di Castiglion delle Stiviere (Mn), si incontrano dunque la dolce Marga, l’aggressiva e fragilissima Eloisa, la giovanissima Rina e la più consapevole Vincenza. Chiuse all’interno dell’OPG trascorrono il loro tempo espiando una condanna, che è soprattutto interiore, per il gesto che ha vanificato anche le loro esistenze. Dalla convivenza forzata – che genera la sofferenza di leggere la propria colpa in quella delle altre – germogliano amicizie, spezzate confessioni, un conforto senza consolazione. 

NOTE DI REGIA 

La riflessione è sull’istinto materno. Chi e' Medea? Chi sono queste donne ? Quanto e' rassicurante creare mostri per non fermarsi a pensare? Non si pretende di psicologizzare azioni così “tragiche” da restare comunque inesplicabili, ma di investigare sui punti di rottura. 

Ci interessa scavare in queste zone buie affinché attraverso il teatro sia possibile tentare di favorire una comprensione, per gli artisti coinvolti e il pubblico insieme, più ampia e vasta dell’animo umano. Questa comprensione non implica necessariamente né l’assoluzione né la condanna. Cerchiamo di fare un teatro pericoloso nel senso etimologico della parola: dal latino periculum, ossia esperimento, rischio. Un teatro che cerca un po’ di luce e speranza lì dove sembra non esserci che tenebra. Il tema e' affrontato da un lato seguendo la traccia di Grazia Verasani nel suo libro From Medea, dall’altro confrontandosi direttamente con le attrici attraverso delle improvvisazioni durante la fase di creazione dello spettacolo. Dell'Infanticida Marria Farrar di B. Brecht: 'Voi, che partorite comode in un letto e il vostro grembo gravido chiamate «benedetto», contro i deboli e i reietti non scagliate l'anatema. Fu grave il suo peccato, ma grande la sua pena. Di grazia, quindi, non vogliate sdegnarvi: ogni creatura ha bisogno di essere aiutata.'

DALLA STAMPA

Per l’intero spettacolo le parole di dolore , il senso di colpa,la fraternita’ (o meglo sorellanza) che a tratti nasce tra Vincenza, Marga, Rina e Eloisa hanno un aindubbia e lancinante acutezza che trafigge lo spettatore.. Franco Cordelli_Corriere della Sera
Maternità Blues –L’esordio alla regia di Elena Arvigo. Una piacevole sorpresa nonostante il tema: l’infanticidio. Rischiare. Si, sempre rischiare in teatro. Solo chi ha il coraggio di farlo, forse, riesce a lasciare il segno. Francesca De Sanctis_L’Unita’

Una rappresentazione magnetica per lo spettatore, mai annoiato, con ritmo e tensione alti, e un interessante studio su personaggi complessi... Manuela Sammarco_Teatroteatro.it

Le quattro attrici sono brave in modo sconvolgente. Non c'e nessuna barriera che possiamo alzare, le emozioni arrivano allo stomaco e ne siamo travolti. Alfredo Agostini_Persinsala Si prova "simpatia" per queste anime rotte , nella sua accezione greca di "provare insieme","patire insieme". Un finale che segna, com'e' evidente dall'applauso che nasce impercettibile per poi aumentare forte, lungo e partecipe. Giacomo D' Alelio_Krapp' s Last Post

La messinscena punta sul contrasto tra l’apparente normalità e il tormento che si agita dentro le protagoniste. Preparano addobbi natalizi e si preoccupano dell’ordine, ma non possono dimenticare il gesto tragico che vedono continuamente riflesso nei volti delle altre. Lo spettacolo procede su questa duplicità, con momenti di grande tensione drammatica che culminano in un finale ad alto impatto emotivo. Merito anche delle attrici, cui la regista ha affidato il compito di collaborare alla scrittura scenica con l’improvvisazione, dando così vita a personaggi di un certo spessore umano. Valeria Merola_ Il Fatto Quotidiano



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